Previsioni immobiliare residenziale 2021

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Il mercato immobiliare ha subito duri contraccolpi dall’avvento della pandemia, ma non tutti i componenti sembrano esser stati colpiti con la stessa intensità. Ad affermarlo è una recente ricerca condotta da UBS, secondo cui in Italia gli effetti si sono fatti sentire soprattutto sugli affitti, piuttosto che sulle compravendite, anche a causa del crescente ricorso al lavoro agile, e alla ridotta capacità di acquisto da parte delle famiglie, i cui redditi sono stati messi a dura prova dalle difficoltà economiche indotte dalle misure di lockdown.

Effetti non del tutto chiari

Peraltro, la ricerca di UBS sottolinea come gli effetti della pandemia e delle politiche che sono state inaugurate per cercare di arginare gli effetti più pesanti di questo scenario, non sembrano esser stati ancora ben decifrati, tant’è che le implicazioni non sono del tutto chiare.

Probabilmente, però, suggerisce UBS, gli effetti più incisivi si sono fatti sentire (e si faranno sentire) soprattutto sul segmento degli uffici e commerciale nelle grandi città, mentre per quanto attiene il residenziale, si registrano gli effetti di un calo della domanda a causa di un crescente ricorso allo smart working da una parte, e a una flessione del potere d’acquisto delle famiglie dall’altra parte.

La combinazione di questi due elementi ha intuibilmente determinato un effetto negativo soprattutto per quanto concerne il mercato delle locazioni ma, almeno per il momento, non sembrano esserci state delle ripercussioni grave per quanto concerne il mercato delle compravendite che, anzi, in alcune zone d’Italia sembra addirittura registrare quotazioni in crescita e domande dinamiche.

Gli effetti della pandemia nel resto del mondo

E per quanto attiene il resto del mondo? Quali sono le ripercussioni che la pandemia da Covid-19 sta determinando?

In ambito internazionale, il mercato immobiliare USA è in una condizione di deciso rimbalzo, con un recupero ben manifestato sia in termini di prezzi che in termini di volumi delle operazioni. Statisticamente, l’indice S&P / Case-Shiller National Home Price, uno dei più autorevoli indicatori dell’evoluzione del mercato immobiliare residenziale, è cresciuto del 10,4% nel corso del 2020, con un incremento del numero delle operazioni pari al 20%.

A trainare il buon andamento del mercato immobiliare europeo è stato soprattutto un positivo trend dei tassi di interesse sui mutui, oggi giorno ai minimi storici.

Da questa parte dell’Oceano Atlantico le buone notizie non mancano di certo. Anche il mercato immobiliare del vecchio Continente sta infatti manifestando dei tangibili segnali di ripresa, anche se sono più moderati e più eterogenei, essendo il mercato europeo più frammentato di quello statunitense, con alcuni Paesi che stanno procedendo verso un concreto recupero delle loro prestazioni, e altri Paesi che invece sono più attardati in questo percorso.

Complessivamente, però, i valori del mercato immobiliare sembrano essere in incremento nella maggior parte delle nazioni e, così come i prezzi delle case, ad aumentare sono anche le attività edilizie, anche in virtù delle operazioni di ristrutturazione che sono state realizzate e saranno realizzate per poter migliorare l’efficienza energetica, in ambito Ecobonus.

La disponibilità finanziaria delle famiglie

Come parzialmente già anticipato, un altro elemento determinante nel condizionare l’evoluzione del mercato immobiliare residenziale è dato dalla disponibilità finanziaria delle famiglie.

Di fatti, precisa UBS, nel corso del 2020 le famiglie hanno accumulato un significativo ammontare di risparmi, considerato che le misure restrittive anti-Covid hanno avuto come effetto quello di ridurre la spesa discrezionale. Ne è derivato che, in Europa come negli Stati Uniti, i tassi di risparmio lordo hanno raggiunto il 25% del reddito disponibile, con un record che non ha recenti precdenti. Secondo quanto rammenta UBS, è possibile che i risparmi aggiuntivi maturati nel corso del 2020 abbiano superato il 3% del PIL.

Un altro elemento che sta influenzando il mercato è poi la disponibilità di nuove unità immobiliari. Per quanto attiene il mercato a stelle e strisce, il dossier nota come l’offerta di nuovi alloggi sembra essere piuttosto modesta negli USA rispetto a quanto avviene invece nei Paesi del vecchio Continente, anche in seguito a un andamento della demografia che è sicuramente più vivace, e dell’attività edilizia più ridotta dopo il 2008.

A dimostrazione di ciò, il fatto che negli USA il contributo dell’edilizia residenziale sul prodotto interno lordo sia pari solamente al 3,5%, contro il 5,0% che è stato rilevato nell’area della moneta unica europea. L’Italia è in parte un’eccezione, considerato che nel nostro Paese l’edilizia residenziale è stata in condizioni di grande difficoltà dal 2009 fino al 2016, mentre da questo anno in poi si è verificato un tiepido apprezzamento.

Previsioni 2021 sull’immobiliare Europa

Per quanto infine concerne le previsioni sul mercato immobiliare residenziale europeo nel corso del 2021, gli analisti ritengono che il ritmo di ripresa sarà inferiore rispetto a quello sperimentabile negli Stati Uniti. In parte ciò è determinato dal fatto che in Eurozona diverse grandi città presentano valutazioni piuttosto elevate, e che dunque i margini di un’ulteriore spinta sono più contenuti.

Tuttavia, alcune nazioni come l’Italia potrebbero beneficiare delle generose politiche economiche poste in essere per contrastare la crisi del coronavirus, sia per quanto attiene le compravendite che, come intuibile, per quanto concerne le attività di ristrutturazione e di riqualificazione energetica delle abitazioni.

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