Misure per la dismissione del patrimonio immobiliare romano
Dopo le manovre che hanno dato via alla riconversione di immobili statali, la giunta comunale di Roma, riunita presso il Campidoglio, ha semplificato le pratiche e istituito delle nuove misure per la dismissione del patrimonio immobiliare romano che vale 247 milioni di euro.
Il braccio destro di Ignazio Marino, Luigi Nieri, ha fornito quest’annuncio mettendo in risalto la differenza con il tentativo inconcludente del predecessore Alemanno. La vecchia giunta non aveva venduto alcun immobile. Un vero insuccesso.
Gli immobili sono d’ogni sorta: 295 sono residenziali e 302 non residenziali. Sono stati studiati dei criteri di vendita per poter rendere tutte le pratiche e le spese più leggere, per quanto concerne le famiglie a basso reddito.
Sono stati, però, esclusi gli edifici problematici, le case popolari e le botteghe. Si è preferito dare via gli immobili residenziali, quelli liberi, per poter rendere la dismissione più veloce. Nella maggior parte dei casi sono singoli condomini.
Addirittura, per poter andare incontro ai meno abbienti, il cui reddito non superi i 28 mila euro, non viene richiesto l’acquisto dell’appartamento, bensì possono essere mantenute le medesime condizioni di locazione, eliminando il rischio che l’immobile sia successivamente venduto. Un’importante garanzia, dunque.
Per coloro che sono in regola, l’amministrazione ha concesso un diritto di prelazione con uno sconto del 30% sul bene stimato. Per coloro che hanno un reddito maggiore di 28 mila euro, è previsto, al termine del contratto, un rinnovo 4+4. Le misure di dismissione del patrimonio pubblico saranno attuate con aste pubbliche e il ricavato sarà utilizzato per opere pubbliche, manutenzione, costruzione delle case popolari.
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