Locazioni immobiliari: canone concordato per arginare crisi
Secondo una recente indagine portata a termine da Solo Affitti, marchio in franchising leader nel settore immobiliare, sono sempre più numerose le richieste per ottenere il canone di locazione concordato. Stando alle stime pubblicate infatti questa tipologia contrattuale rappresenterebbe, solo nella zona del centro Italia, il 41% degli affitti totali. I vantaggi economici si concretizzano in uno sgravo fiscale, che include tra l’altro il rimborso dell’ICI versato, per il proprietario dell’immobile e in un risparmio sull’esborso mensile per gli inquilini. Per questo motivo il 30% dei locatari e dei conduttori in tutta Italia preferisce ricorrere al canone concordato. La prima condicio sine qua non affinché si possa configurare questa ipotesi contrattuale prevede un accordo sottoscritto tra Comuni e le associazioni territoriali in rappresentanza delle categorie di proprietari e inquilini. In questi casi il canone, che viene appunto concordato tra le parti, può essere più basso di quello sul mercato. La concentrazione di richieste in questa direzione si è avuta soprattutto in Toscana e in Umbria: addirittura, secondo i dati raccolti da Solo Affitti, a Grosseto 9 contratti su 10 ricorrono al canone concordato. Tra le città più grandi, dopo Firenze, è Bologna la prima della lista, con il 44% di richieste di concordato. Complice la crisi economica anche a Roma sta prendendo piede ultimamente questa tendenza. Ancora poco diffuso invece a Milano, Napoli e Parma dove prevalgono nettamente i contratti tradizionali. I vantaggi economici per entrambe le parti rispetto al canone libero non sono comunque da sottovalutare e per molti cittadini rappresentano una alternativa interessante per ridurre le spese connesse alla locazione. Un metodo per risparmiare, ma sempre attenendosi alle regole dello stato, se consideriamo che molti proprietari affittano in nero, il canone concordato è un ottima alternativa.