Mercato immobiliare europeo: conviene investire nel vecchio continente

Il Covid-19 ha messo a dura prova il mondo intero, e il mercato immobiliare europeo non è stato immune da questa crisi. Tra lockdown prolungati e il desiderio di tornare alla normalità, il settore si trova in bilico. Il presente appare incerto e il futuro non sembra promettere molto di meglio. Gli anni venti del nuovo millennio sono stati particolarmente travagliati per l'Europa, iniziando con la Brexit, che ha creato non pochi problemi sia per il Regno Unito che per l'Unione Europea. La pandemia ha ulteriormente complicato il quadro, impattando non solo sulla salute pubblica e sulle relazioni sociali, ma anche sull’economia in generale, e sul mercato immobiliare in particolare.

Un marzo nero per il settore immobiliare

Il mese di marzo 2020 è stato particolarmente negativo per l’immobiliare, come confermato da Nomisma, che ha registrato un calo significativo delle vendite rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Si stima una riduzione tra le 40.000 e le 110.000 transazioni rispetto al 2019, traducendosi in una perdita di quasi 20 miliardi di euro in termini di volumi d'affari. La crisi causata dal Covid-19 potrebbe inoltre avere effetti a lungo termine, con previsioni che vedono una riduzione del valore degli immobili fino al 3,1%.

Tuttavia, un aspetto positivo è emerso: mentre i prezzi di vendita degli immobili tendono a scendere, quelli degli affitti sembrano rimanere stabili, se non in aumento, soprattutto nelle grandi città e nelle zone più richieste.

Quando si riprenderà il mercato immobiliare europeo?

Prevedere quando il mercato immobiliare europeo riuscirà a riprendersi da questa crisi è difficile, poiché tutto dipende dall’evoluzione della pandemia. Alcuni esperti prevedono almeno un anno di difficoltà per il settore, mentre altri sono più ottimisti e credono che la ripresa potrebbe essere più rapida del previsto. Secondo un sondaggio condotto da PropertyEU, la maggior parte degli intervistati ritiene che la situazione potrebbe migliorare significativamente entro un anno.

Tuttavia, l’ombra di una nuova crisi economica, dovuta al calo della produzione e alla riduzione dei consumi durante i vari lockdown, potrebbe prolungare il periodo di incertezza. Un possibile aumento della disoccupazione, insieme alla difficoltà di accesso al credito, renderebbe ancora più complicato il raggiungimento di nuovi accordi di compravendita immobiliare.

Gli affitti brevi e il turismo in crisi

Oltre al calo delle vendite di immobili, la crisi ha colpito duramente anche il settore degli affitti brevi, strettamente legato al turismo. Con le restrizioni agli spostamenti tra città e, soprattutto, tra paesi, il comparto turistico è tra i più colpiti dalla pandemia. Si prevede un impatto devastante su hotel, case vacanza e altre strutture ricettive, con molti operatori che rischiano di dover cessare l’attività se la situazione non dovesse migliorare nei prossimi mesi.

Il mercato immobiliare commerciale in profonda difficoltà

Se il settore residenziale piange, quello commerciale non ride. Le restrizioni imposte dal Covid-19 hanno colpito duramente anche il mercato degli immobili commerciali. Nel 2020, il settore ha subito una contrazione del 28%, con perdite stimate superiori a 42 milioni di euro rispetto al 2019. Secondo gli analisti, si prevede un ulteriore calo, con una perdita potenziale di ulteriori 21 milioni di euro nei mesi a venire.

In Italia, il settore immobiliare commerciale, che lo scorso anno aveva registrato una crescita del 3,5%, dovrebbe chiudere il 2020 con una contrazione del 27%. La crisi, salvo imprevisti, potrebbe durare fino alla metà del prossimo anno, creando enormi difficoltà per chi opera in questo settore.