Secondo quanto afferma il Rapporto immobiliare residenziale 2018 realizzato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (Omi), in collaborazione con l’Associazione Bancaria Italiana (Abi), il mercato immobiliare continua a crescere e, nel 2017, il numero delle compravendite del settore residenziale è cresciuto del 4,9% rispetto all’anno precedente: un buon incremento, pur inferiore rispetto al + 18,6% che si era registrato due anni fa.
Le dichiarazioni dell’Omise
Particolarmente positive sono le valutazioni compiute dall’Omise, che a margine della presentazione del report, per voce del suo direttore centrale Gianni Guerrieri, ha ribadito che “osservando il trend dal 2013 al 2017 quello che stona è quanto accaduto nel 2016, quando c’è stato un exploit di +18,6% non giustificato da fattori macroeconomici. Il fatto che rispetto a quel salto, notevolmente forte, anziché esserci stato un contro-balzo in negativo si è avuto un consolidamento – perché il +4,9% è rispetto al 2016, quando c’è stato un salto del +18,6% – è un risultato positivo. L’attenuazione dipende da tanti fattori, legati anche a un effetto statistico. E’ probabile, inoltre, che abbiano influito elementi come un’incertezza di fondo su quello che accadrà nel futuro”.
Nel dettaglio, lo scorso anno si è concluso con un numero pari a 542.480 transazioni, con rialzi più accentuati nel Nord Ovest (dove si concentra circa un terzo di tutto il mercato immobiliare nazionale), in incremento del 5,3% su base annua, e nel Sud, con un incremento del 5,8%. Crescita evidentemente inferiore per il Centro Italia, che ha fermato la propria spinta al + 3,3% anno su anno.
E il 2018?
A questo punto, archiviato un 2017 positivo, le attenzioni si spostano al 2018 di cui ci accingiamo a scavallare la metà. Secondo quanto afferma ancora l’Omise, nel 2018 la ripresa dovrebbe consolidarsi ulteriormente, con tassi di crescita più o meno come quelli già visti nel 2017, e con prezzi che supereranno la soglia positiva, seppur sempre in condizioni di stazionarietà.
Ad ogni modo, precisa ancora il direttore generale “l’andamento e i cambiamenti del mercato immobiliare dipendono quasi al 90% da fattori esogeni, cioè da quello che succede al resto dell’economia, ai tassi di interesse e quindi nel mercato del credito, ai redditi e all’occupazione delle famiglie, alle aspettative sul futuro delle famiglie. Queste variabili sono legate agli andamenti macroeconomici, a quello che succede a livello nazionale e internazionale, di conseguenza tutto ciò può influenzare drasticamente il mercato immobiliare”.