In questi giorni si sta discutendo circa l’imposizione dell’Imu sulle case di lusso per riportare l’Iva al 21%. L’Erario ha portato a termine un’indagine che è durata per sette anni, facendo emergere diversi, troppi immobili, che finora erano sconosciuti al Catasto.
Com’è stato possibile, non è ben capito. I controlli vengono fatti incrociando i dati delle mappe catastali, con visioni aeree ottenute mediante sopralluoghi sul territorio e visioni aeree.
Si tratta di circa 492 mila immobili di varia natura: nelle liste che sono state create ci sono abitazioni, box auto e garage, palazzine e capannoni. E’ stato stimato un ammanco di 288 milioni. Tutte queste proprietà sono andate ad evadere tutte le imposizioni fiscali e si sta guardando ad un piano per recuperare tutto quello che lo Stato avrebbe dovuto ricevere in questi anni.
Per giungere al calcolo corretto e definitivo dell’imposta catastale su ciascun immobile finora abusivo, si andrà a ricavare una rendita provvisoria da versare allo Stato come acconto.
Per un largo numero di immobili si è rilevato come non vi fosse una corrispondenza corretta tra le rendite e l’accatastamento. Il numero fa discutere: oltre un milione di unità per un totale 825 milioni di euro da riscuotere.
Sebbene i conti si debbano ancora fare, il grosso del problema resta quello della riscossione per gli immobili che sono venuti fuori dall’indagine e che sono, però, abbandonati. Come saranno rintracciati i proprietari e per gli immobili abusivi, da chi saranno demoliti?
Si attendono provvedimenti in merito da parte del Governo.
Servono maggiori controlli ma purtroppo non ci sono i soldi e gli uomini necessari, quindi si va a rilento.