La categoria catastale C6, secondo la normativa del NCEU, identifica box auto, autorimesse, garage e posti auto coperti o scoperti, purché non siano pertinenze dirette di unità immobiliari residenziali (in tal caso rientrerebbero nella categoria pertinenziale C/2 o C/7). Si tratta di una sottocategoria del gruppo C che si applica a strutture progettate o adattate per il ricovero di veicoli, distinguendosi da altre categorie come la C/2 (magazzini e locali di deposito) o la D/7 (fabbricati per attività industriali). La peculiarità della categoria C6 catasto risiede nella sua funzione specifica: offrire spazi destinati esclusivamente al parcheggio o alla custodia di automobili, motocicli o altri mezzi di trasporto, senza che tali strutture siano legate a un’abitazione principale.
Gli immobili classificati come catasto C6 rispondono a esigenze pratiche, spesso collocate in contesti urbani o residenziali dove la domanda di parcheggio è elevata. Possono essere autorimesse singole, box auto indipendenti o aree coperte all’interno di complessi edilizi, ma la loro caratteristica distintiva è l’autonomia rispetto ad altre unità immobiliari. Questa categoria riflette un utilizzo del territorio orientato alla mobilità, con una progettazione mirata che ne limita la riconversione a scopi diversi senza interventi strutturali significativi.
Che caratteristiche deve avere un locale C6?
Affinché un immobile possa essere classificato nella categoria catastale C6, deve soddisfare requisiti precisi che ne definiscono sia la destinazione d’uso sia le peculiarità strutturali. In primo luogo, il locale deve essere progettato o adattato per il ricovero di veicoli, il che implica che la sua configurazione debba rispondere a esigenze operative ben definite. Ad esempio, un box auto C6 catasto deve avere dimensioni adeguate per ospitare almeno un’automobile (generalmente almeno 15-20 mq), un’altezza minima che consenta l’accesso agevole (spesso intorno ai 2,4 metri) e un’apertura sufficientemente ampia per la manovra, come una porta basculante o scorrevole.
Un requisito fondamentale della categoria catastale C6 requisiti è l’indipendenza funzionale: l’immobile non deve essere una pertinenza diretta di un’abitazione, altrimenti rientrerebbe in altre categorie (ad esempio C/2 per cantine o C/7 per tettoie) (Scopri come scorporare un box dalla prima casa). Questo significa che il locale deve avere una propria identità catastale, con un accesso autonomo e una rendita distinta. Inoltre, il fabbricato deve essere progettato in modo da non consentire una facile riconversione a usi diversi – come depositi generici o laboratori – senza interventi edilizi rilevanti, come la modifica delle pareti o l’aggiunta di impianti non compatibili con la sua funzione originaria.
Dal punto di vista tecnico, i locali catasto C6 devono rispettare le normative edilizie e urbanistiche locali, che possono includere regolamenti sui volumi, l’aerazione e la sicurezza antincendio. Ad esempio, un’autorimessa situata in un condominio deve essere conforme alle disposizioni del Piano Regolatore Generale e alle norme di prevenzione incendi, che impongono sistemi di ventilazione o uscite di emergenza in caso di strutture multipiano.
Cosa si può fare con un locale C6?
Un locale classificato come categoria catastale C6 offre possibilità d’uso ben circoscritte, legate alla sua vocazione primaria di ricovero veicoli. Si possono utilizzare questi spazi per parcheggiare automobili, motociclette o biciclette, oppure per custodire piccoli mezzi come scooter o rimorchi. Gli immobili C6 catasto sono ideali per chi cerca una soluzione autonoma per il parcheggio in aree urbane densamente popolate, dove i posti auto scarseggiano, o per chi desidera affittare tali spazi a terzi come fonte di reddito passivo.
Va evidenziato che la destinazione d’uso della categoria C6 catasto è rigida: non è possibile trasformare un box auto o un’autorimessa in un’abitazione, un ufficio o un magazzino generico senza un cambio di categoria catastale, un processo che richiede un iter amministrativo complesso e interventi strutturali significativi, come l’installazione di impianti idrici o la modifica delle aperture. Tuttavia, la semplicità di questi immobili li rende perfetti per un utilizzo pratico e a basso costo gestionale, con spese di manutenzione limitate rispetto a strutture più complesse.
In alcuni casi, i locali catasto C6 possono essere sfruttati anche per attività accessorie, come il deposito di attrezzi per la manutenzione dei veicoli, purché ciò non alteri la loro classificazione originaria. Questa flessibilità limitata li rende una risorsa preziosa in contesti residenziali o commerciali dove la domanda di parcheggio è costante.
Qual è il coefficiente di valore catastale per la categoria C6?
Il coefficiente di valore catastale è un moltiplicatore essenziale per calcolare il valore fiscale di un immobile e determinare imposte come l’IMU. Per la categoria catastale C6, il coefficiente stabilito dalla normativa vigente è 50. Questo valore, inferiore rispetto ad altre categorie del gruppo C (come il 140 della C5), si applica alla rendita catastale dell’immobile, previamente rivalutata del 5%, per ottenere la base imponibile su cui calcolare l’imposta.
Ad esempio, se la rendita catastale di un locale C6 catasto è di 500 euro, il calcolo del valore catastale sarà il seguente:
- Rendita rivalutata: 500 × 1,05 = 525 euro
- Valore catastale: 525 × 50 = 26.250 euro
Questo importo rappresenta il valore fiscale dell’immobile, sul quale si applicano le aliquote IMU decise dal Comune di riferimento. Il coefficiente di 50 riflette la natura non residenziale ma tampoco commerciale avanzata di questi immobili, posizionandoli in una fascia fiscale intermedia rispetto ad altre categorie.
Quanto paga di IMU un C6?
L’IMU (Imposta Municipale Unica) è una delle principali imposte che gravano sugli immobili di categoria catastale C6, salvo esenzioni specifiche. Per calcolare quanto paga di IMU un C6 catasto, si segue una procedura standard che parte dalla rendita catastale, passa per il coefficiente di valore e si conclude con l’applicazione dell’aliquota comunale.
Riprendiamo l’esempio precedente, con una rendita catastale di 500 euro:
- Rendita rivalutata: 500 × 1,05 = 525 euro
- Base imponibile: 525 × 50 = 26.250 euro
- Calcolo IMU: Supponendo un’aliquota IMU del 7,6 per mille (0,76%), tipica per gli immobili non abitativi, l’imposta sarà: 26.250 × 0,0076 = 199,50 euro all’anno.
Questo importo può variare in base all’aliquota stabilita dal Comune, che può oscillare tra il 4,6 e il 10,6 per mille, e in presenza di eventuali agevolazioni. Ad esempio, se il box auto è utilizzato esclusivamente dal proprietario di un’abitazione principale nello stesso Comune, potrebbe beneficiare di una riduzione dell’aliquota, ma non dell’esenzione totale riservata alle pertinenze dirette (C/2, C/6 o C/7 legate a immobili di categoria A). Per confermare l’importo esatto, è consigliabile consultare una visura catastale e il regolamento IMU comunale.