Per risollevare la questione dell'Imu è intervenuto, stavolta, il Fondo Monetario Internazionale che, ha presentato i risultati del Fiscal Monitor 2013.
Si tratta di un documento che va ad analizzare le politiche economiche adottate dai pesi che aderiscono al fondo e ha ribadito che, per migliorare il profilo delle entrate del bilancio pubblico degli stati, contenute nel fiscal monitor, sarebbe necessario andare ad aumentare le tasse sugli immobili, in particolare nella forma di un tributo ricorrente sulle case, riducendo quelli che gravano sulle compravendite. La tassazione sulle case apparirebbe compatibile con la crescita economica, le tasse sulle compravendite impediscono negoziazioni efficienti.
Il Fondo non è stato l’unico ad evidenziare il problema: è necessario liberalizzare il mercato delle compravendite, incentivandolo. L’ex sottosegretario al Ministero dell’Economia, Gianfranco Polillo, aveva proposto di ridurre al minimo l’imposta di registro del bene casa.
Molti Paesi considerano la tassa sulla proprietà attraente ed anche l'Fmi la raccomanda, secondo Michale Keen a dimostrare come la crescita sia più progressiva e quindi, equa. Parlando del nostro paese il fondo ha ribadito che, anche se l’Italia scegliesse di abolire l’Imu, dovrebbe trovare altre forme di compensazione, ovvero entrate o importanti tagli di spesa.
Secondo Polillo non bisogna mai tassare la prima casa, perché si andrebbe a colpire il plusvalore che si determina nel momento della vendita con l’imposta di registro. Tuttavia, sarebbe una soluzione poco intelligente tassare la prima casa con un’imposta minima se prima andrebbe liberalizzata completamente.
Si dovrebbero attuare delle misure utili per migliorare la situazione del paese, non sempre succede.