Superbonus 110: fondi esauriti, si cerca la soluzione
Non sono positive le ultime notizie sul superbonus 110. I dati emersi riguardano i fondi concessi, che ad oggi hanno di gran lunga superato quelli stanziati. Il Report di ENEA del 31 Maggio 2022 (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l'Energia e lo sviluppo economico sostenibile) certifica che al 31 Maggio sono stati prenotati 33,7 miliardi di euro contro quelli stanziati che sono solo 33,3 miliardi, creando non solo un debito di 400 milioni, ma dichiarando inoltre che la manovra del superbonus 110 è di fatto già terminata. Se poi si calcolano anche le risorse stanziate dagli altri bonus si arriva a 6 miliardi. Quello che spiazza un occhio acuto è l’aumento del valore delle asseverazioni che dai 2 miliardi mensili, a Dicembre hanno toccato un picco di oltre 4 miliardi.
Il blocco delle banche
E così a Maggio 2022 le ultime notizie sul superbonus 110 è che lo spazio fiscale delle banche è esaurito del tutto il Superbonus calcola un debito di 400 milioni.
La prima a bloccare l’acquisto dei crediti è stata la Banca Intesa che ha dichiarato: “l’elevato flusso delle richieste pervenute, ha purtroppo comportato l’esaurimento della nostra possibilità di compensare tali crediti.”
Effettivamente c’è tempo ancora fino a fine anno per richiedere l’accesso al Superbonus 110 ma i fondi sono già esauriti e tanti istituti bancari hanno già deciso di non approvare più richieste di sconti in fattura sui lavori del Superbonus, come fecero pochi mesi fa anche Unicredit, le Poste Italiane e Bpm. Gli operatori sul mercato infatti sono tenuti ad un vincolo di compensazione che li obbliga ad avere crediti fiscali non superiori alle imposte e i contributi versati, e le banche man mano li hanno raggiunti o li stanno per raggiungere.
Conseguenze ai cittadini
E adesso tutti si chiedono cosa succederà con le ultime news sul superbonus 110?
Cosa succederà a chi voleva richiedere il bonus? E’ più che probabile, anzi quasi certo, che il bonus non verrà più concesso a nessun altro fino a quando il Governo non prenderà provvedimenti.
E per chi ha già stipulato un contratto con l’impresa? Il rischio è che i cantieri vengano bloccati sul nascere a causa di una clausola del contratto in cui la ditta edile non procede ai lavori nel caso in cui la banca non acquista il credito; se fosse questo il caso, il danno sarebbe del tutto limitato, si tratterebbe solo del sogno infranto di avere una ristrutturazione a costo zero. Se invece la clausola non esiste e i lavori sono già iniziati, le imprese bloccano i lavori e procedono solo nel momento in cui le persone pagano di tasca loro ( con i prezzi elevatissimi del momento) o provvedono alle spese di smontaggio dei ponteggi, chiudendo il cantiere e rinunciando agli interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico.
Senza escludere le conseguenze per le imprese: ad oggi risultano essere più di 30mila a rischio fallimento a causa dell’assenza di liquidità e circa 150.000 dipendenti che rischiando di perdere il posto di lavoro. Se poi una parte del bonus è già stata incassata e non vengono concessi altri fondi è probabile che il Fisco chiederà il ritorno di quei soldi con ulteriori sanzioni aggiuntive.
Cosa può fare il Governo?
La proposta più plausibile, avanzata soprattutto dalle banche e dagli operatori del settore, tra cui il general contractor, è quella che il Governo rifinanzi il superbonus come ha già fatto nel 2021, anche se è ben noto che il ministro dell’Economia Daniele Franco non abbia intenzione di rivoluzionare il bilancio.
Un'altra proposta possibile è quella di introdurre un periodo transitorio (ad esempio Dicembre 2022) in cui le banche possano acquistare crediti con la possibilità di compensarli in 10 anni o in alternativa convertirli in Buoni del Tesoro poliennali affinché si riuscisse a recuperare subito questo periodo fruttuoso per le imprese edili.
L’unica certezza è che se non si prendono provvedimenti ci saranno gravi conseguenze, sia per i cittadini che per le imprese.