Stop nuove costruzioni Campi Flegrei: il Consiglio regionale approva la legge
Il Consiglio regionale della Campania ha recentemente approvato una legge che impone lo stop alle nuove costruzioni ai Campi Flegrei, un’area altamente a rischio a causa del fenomeno del bradisismo e della sua natura vulcanica attiva. Questa decisione rappresenta una svolta significativa nella gestione urbanistica e nella prevenzione del rischio sismico in una delle zone più delicate d’Italia.
Cosa prevede la nuova legge
Il provvedimento, sostenuto dalla maggioranza del Consiglio regionale, introduce un divieto categorico per la realizzazione di nuove abitazioni, edifici pubblici e strutture industriali nei comuni di Pozzuoli, Bacoli e in alcune aree di Napoli (tra cui i quartieri di Bagnoli, Soccavo, Pianura e parte di Posillipo). Tuttavia, sono ancora consentiti interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici già esistenti. Questi lavori includono:
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Adeguamenti igienico-sanitari;
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Demolizioni e ricostruzioni nello stesso sito o in un luogo alternativo;
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Opere di messa in sicurezza degli edifici.
Queste misure seguono le linee guida stabilite dal Decreto Legge dell’11 giugno 2024, n. 76, poi convertito in legge nell’agosto dello stesso anno.
Un provvedimento necessario, ma non privo di critiche
Il bradisismo, fenomeno naturale caratterizzato da lenti movimenti del suolo, ha recentemente mostrato segni di intensificazione, con episodi di sollevamento rapido accompagnati da scosse sismiche. Questa situazione ha spinto il Governo, su proposta del ministro della Protezione civile Nello Musumeci, a sollecitare misure straordinarie per proteggere le popolazioni e ridurre il rischio di ulteriori danni.
Nonostante il consenso della maggioranza, il provvedimento ha incontrato alcune critiche. La consigliera regionale Maria Muscarà, unica a votare contro, lo ha definito “insufficiente”, sottolineando che una parte della zona rossa vulcanica è stata esclusa dal divieto. Anche alcuni consiglieri del Movimento 5 Stelle si sono astenuti, evidenziando preoccupazioni per l’impatto della legge sui piani di sviluppo economico e ambientale.
Il caso Italsider e le contraddizioni della legge
Uno degli aspetti più controversi riguarda il progetto di riqualificazione dell’area ex Italsider a Bagnoli. Questo piano, sostenuto dal Governo Meloni, prevede la costruzione di oltre mille nuovi alloggi e significativi sviluppi residenziali. La sua attuazione, tuttavia, appare in contraddizione con il recente divieto. Nonostante un emendamento presentato da alcuni parlamentari per escludere i programmi di risanamento ambientale dal blocco delle nuove costruzioni, la proposta è stata respinta, lasciando il progetto in bilico.
Il ministro Musumeci ha ribadito la necessità di adottare un approccio rigoroso, definendo “criminali” le scelte urbanistiche degli ultimi decenni, che hanno consentito insediamenti massivi in un territorio estremamente vulnerabile.
Il contesto geologico dei Campi Flegrei
I Campi Flegrei rappresentano una delle aree vulcaniche più attive e monitorate al mondo. Il fenomeno del bradisismo, che interessa questa zona da secoli, è causato da variazioni nella pressione del magma presente a una profondità compresa tra 4 e 8 chilometri. Studi recenti, pubblicati sulla rivista Nature Communications of Earth and Environment, hanno evidenziato un’intensificazione di questi movimenti, associati a una possibile risalita di magma.
Le scosse sismiche registrate negli ultimi mesi, con magnitudo fino a 4.4, hanno causato evacuazioni temporanee e danneggiato edifici, aumentando l’urgenza di interventi preventivi. La densità abitativa dell’area, dove risiedono oltre 80.000 persone, amplifica il rischio di una catastrofe in caso di eruzione o eventi sismici significativi.
Implicazioni economiche e sociali
Lo stop alle nuove costruzioni ai Campi Flegrei ha implicazioni profonde sia sul piano economico che sociale. Da un lato, il divieto mira a salvaguardare vite umane e a prevenire tragedie come quelle già viste in altre aree a rischio sismico. Dall’altro, solleva interrogativi su come conciliare la tutela ambientale con lo sviluppo economico e la rigenerazione urbana.
Il caso dell’Italsider è emblematico: la mancata attuazione del progetto rischia di bloccare una delle operazioni di risanamento più ambiziose d’Europa, compromettendo opportunità occupazionali e di crescita per il territorio.
Prospettive future
Per garantire un equilibrio tra sicurezza, tutela ambientale e sviluppo, sarà fondamentale:
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Promuovere una pianificazione urbanistica che tenga conto dei rischi naturali;
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Investire nella messa in sicurezza e nella ristrutturazione degli edifici esistenti;
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Sviluppare un sistema di allerta e evacuazione efficace per proteggere la popolazione.
Il caso dei Campi Flegrei rappresenta un banco di prova per le istituzioni, chiamate a gestire un territorio unico per fragilità e valore ambientale. La sfida è quella di trasformare i vincoli imposti dalla natura in opportunità per un modello di sviluppo sostenibile e resiliente.
Lo stop alle nuove costruzioni ai Campi Flegrei è una decisione storica e necessaria per proteggere una delle aree più delicate d’Italia. Tuttavia, le contraddizioni e le sfide legate all’attuazione di questa legge evidenziano la complessità di governare un territorio così vulnerabile.
Con una pianificazione attenta e investimenti mirati, i Campi Flegrei possono diventare un esempio di come convivere con i rischi naturali senza rinunciare alla crescita e al benessere della comunità.