Edilizia sostenibile: tutte le caratteristiche di questa categoria
L’edilizia sostenibile può essere indicata anche con i termini “bioedilizia” o “bioarchitettura” e corrisponde ad un concetto che mira a limitare le dispersioni di energia che possono avvenire all’interno di una costruzione, puntando al rispetto dell’ambiente e utilizzando solo materiali di origine naturale.
L’idea nacque già intorno agli anni ’70, anche se solo negli ultimi anni il discorso si è ampliato, fino a diventare un tipo di edilizia molto particolare e sempre più seguito. Di seguito un’analisi completa riguardante le caratteristiche di questo particolare ramo delle “nuove costruzioni”, ma anche i suoi vantaggi e svantaggi.
Edilizia sostenibile: di che cosa si tratta esattamente e le sue principali definizioni
L’edilizia sostenibile è uno dei rami in cui si suddivide il settore edile e l’aggettivo “sostenibile” indica che ogni materiale, progetto e costruzione riescono ad avere un impatto positivo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto a ridurre le dispersioni di energia.
Sulla definizione di “casa sostenibile” o “immobile sostenibile” tuttavia sono presenti ancora diverse discussioni, anche se in genere tale edificio indica una sorta di “eco-casa”, ovvero un immobile che viene costruito seguendo dei particolari progetti, utili per raggiungere un alto livello di efficienza energetica e un tipo di economia verde.
Oltre a questo, l’edificio potrà anche essere definito “passivo” perché sarà a basso consumo energetico.
Le maggiori fonti di energia che saranno utilizzate nel campo della bioedilizia saranno quelle rinnovabili e una forte attenzione ricadrà sul settore geotermico, sull’energia solare, sul fotovoltaico, ma anche sulle biomasse.
I principi fondamentali della bioedilizia e le loro caratteristiche
La bioedilizia si basa su alcuni principi fondamentali, come ad esempio quello di materiali specifici, energia, acqua, salute, ma non solo. A questa lista si aggiunge anche un particolare tipo di approccio e il discorso sui vincoli geografici.
Per quanto riguarda i primi, la loro scelta è fondamentale anche perché può determinare un certo risultato in termini di consumo energetico e in più ogni materiale viene scelto anche in base al tipo di uso che si dovrà fare dell’immobile.
L’edilizia sostenibile usa elementi naturali, la cui provenienza deriva da raccolte effettuate sempre seguendo i principi della sostenibilità oppure possono derivare anche da una raccolta limitrofa, per evitare costi di trasporto eccessivi.
Parte dei materiali o la loro totalità inoltre può anche essere riciclata. Legno, fibra di cocco, lana di cellulosa, sughero, paglia, gesso, bambù, fibra di canapa, fibra di juta, lana di roccia, legno-cemento, calce espansa, argilla espansa, legno lamellare, fibra di legno mineralizzata, vernici di origine naturale: sono questi gli elementi maggiormente usati nella bioarchitettura.
Molti di essi hanno una buona conducibilità termina ma non vengono colpiti da eventuali funghi e per questo sono più utilizzati per essere sistemati all’esterno, mentre altri sono perfetti per i pannelli o le porte, le pareti.
Per quanto riguarda invece il secondo principio, quello dell’energia, come già accennato l’edilizia “bio” mira a ridurre il consumo energetico.
Questo particolare ramo edile però mira anche alla riduzione del consumo dell’acqua e tra le diverse soluzioni per raggiungere questo scopo, vi è l’installazione di docce oppure strumenti ad alta efficienza o sistemi a basso flusso.
Il quarto principio è quello della salute, ulteriore scopo dell’edilizia bio. I materiali naturali infatti non vengono utilizzati solo per rispettare la sostenibilità ambientale, ma anche perché non sono tossici e non possono provocare danni salutari.
Proprio per questo, la loro presenza inoltre può rendere migliore la qualità dell’aria e di conseguenza possono essere anche un’ottima soluzione per tutti coloro che soffrono di asma o di allergie. Tra l’altro, dato che si utilizzano elementi molto resistenti a funghi, batteri e muffe, l’assenza di questi fattori nocivi favorisce un clima salutare per gli inquilini.
L’immobile diventa quindi maggiormente ventilato e proprio questo permette anche di aumentare il livello di confort.
A questi principi appena descritti, si aggiungono quelli dell’approccio e dei vincoli geografici, a cui è meglio dedicare un paragrafo a sé.
L’edilizia sostenibile e gli altri due principi: approccio e vincoli geografici
Il principio dell’approccio dell’edilizia bio verte sulla ricerca di materiali di qualità, ma anche sulla loro pertinenza e sulla presenza di personale qualificato ed esperto proprio nel campo edile sostenibile.
È molto importante specificare il significato dei vincoli geografici, che indica l’impossibilità di applicare i principi della bioedilizia su qualsiasi terreno. Prima infatti occorre svolgere un’analisi specifica, controllare la disposizione degli edifici, la presenza o meno sul territorio di zone verdi, l’altezza, ma anche l’orientamento.
Un vincolo geografico può essere però anche determinato dalla presenza o assenza della luce naturale, delle temperature, del tasso di umidità e di altri fattori riguardanti l’ambiente naturale.
I costi dell’edilizia sostenibile
Può essere interessante anche cercare di capire i possibili prezzi di questo ramo dell’edilizia così particolare. Tra questi, si può dire che il costo di ogni mq può andare da un minimo di 1200 euro fino ad un massimo di 2000 euro.
Nel caso però in cui si parli di edifici prefabbricati allora il tariffario può essere compreso tra i 1100 euro al mq e i 1800 euro mq.
I prezzi tra l’altro variano a seconda dell’impresa edile che si occupa dei lavori, a seconda del tipo di costruzione e anche dei vari altri elementi da considerare per la realizzazione dell’immobile o la sua ristrutturazione.
I vantaggi e gli svantaggi dell’edilizia sostenibile
Tra i fattori positivi riguardanti il campo dell’edilizia sostenibile, sicuramente si può annoverare il fattore del risparmio energetico, sia a livello di prezzo, sia per quanto riguarda il dispendio energetico.
A questo si aggiunge anche il risparmio idrico, ma anche la qualità dell’aria, che come accennato potrà essere più salutare.
Maggiore sarà anche il livello di confort per chi abita nell’edificio oppure per chi vi soggiorna temporaneamente, ma non solo.
A questa lista di vantaggi si aggiunge anche l’ottimo impatto che un tipo di edilizia bio può avere sull’ambiente esterno, evitando conseguenze negative su quest’ultimo o aspetti che possano andare a peggiorare la situazione climatica di quella determinata zona.
Oltre a questo si può considerare tra i fattori positivi della bioedilizia anche la possibilità di usufruire di detrazioni fiscali e incentivi.
Tra gli elementi negativi invece potrebbe esserci il costo elevato della costruzione, che è dovuto alla presenza dei materiali ricercati e di origine naturale, ma anche al ristretto numero di esperti nel campo bioedile. Essendoci pochi professionisti del settore, la manodopera prevede un prezzo più alto. È anche vero però che negli ultimi anni l’interesse verso questo settore sta crescendo, così come anche chi lavora in questo campo. Di conseguenza, questo aspetto sicuramente non sarà più negativo, nel corso degli anni.
Come si è visto, l’edilizia sostenibile è un settore molto particolare dai numerosi vantaggi, dotato anche di specifici principi e caratteristiche.