Confindustria intende rilanciare il settore delle costruzioni
Il settore delle costruzioni rappresenta un pilastro cruciale nel piano di rilancio economico presentato recentemente da Confindustria, un progetto ambizioso che mira a stimolare una crescita significativa e sostenibile del Paese. Il piano si articola su diverse linee di intervento, con l'obiettivo di favorire una ripresa robusta e duratura del settore edile, sia pubblico che privato.
Terapia d’urto quinquennale e crescita del PIL
Il fulcro del piano è rappresentato da una terapia d’urto di cinque anni, concepita per promuovere una crescita del PIL pari al 3%. Questo obiettivo ambizioso si fonda su un aumento dei finanziamenti nel settore delle costruzioni del 44,7%, che si prevede andranno a sostenere sia progetti pubblici che privati. In particolare, gli investimenti pubblici nelle infrastrutture richiedono un potenziamento significativo: dagli attuali 5,8 miliardi di euro previsti per il 2014, si dovrà arrivare a 13,1 miliardi di euro nel 2018, per un totale complessivo di 42,6 miliardi di euro nel corso dei cinque anni.
Infrastrutture e project financing
Nel contesto delle infrastrutture, diventa essenziale promuovere opere realizzate tramite project financing, un modello che consente di coinvolgere capitali privati nella realizzazione di opere pubbliche. Per rendere questo strumento ancora più efficace, Confindustria propone di rivedere le normative esistenti, svincolando il credito d’imposta e rimuovendo il tetto che attualmente limita le agevolazioni fiscali ai progetti con un valore superiore ai 500 milioni di euro. Tale revisione normativa permetterebbe di attrarre maggiori investimenti e accelerare la realizzazione di infrastrutture strategiche per il Paese.
Revisione del Patto di Stabilità interno
Un altro aspetto fondamentale del piano riguarda il Patto di Stabilità interno, che attualmente impone vincoli stringenti sugli enti locali in materia di spesa. Confindustria propone un alleggerimento di questi vincoli, almeno per quanto riguarda i fondi derivanti dalle dismissioni immobiliari, gli investimenti destinati a opere pubbliche e i proventi dai cofinanziamenti europei. Questa maggiore flessibilità consentirebbe agli enti locali di investire con maggiore efficacia, contribuendo così al rilancio dell'economia locale e nazionale.
Ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione
Un problema cronico che affligge il settore è il ritardo nei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Secondo gli ultimi dati, i debiti accumulati nei confronti delle imprese ammontano a ben 71 miliardi di euro. Confindustria ha sollecitato un intervento urgente per il saldo immediato di almeno 48 miliardi di euro di questi debiti, una misura che darebbe una boccata d'ossigeno alle imprese in difficoltà e favorirebbe la ripresa dell’intero comparto.
Interventi nel settore immobiliare privato
Oltre alle opere pubbliche, il piano prevede una serie di misure volte a stimolare il settore immobiliare privato. Tra queste, spicca l’accelerazione del Piano Casa, mirato a favorire la costruzione di nuove abitazioni e la ristrutturazione di quelle esistenti. È inoltre proposta la riduzione delle imposte sui trasferimenti immobiliari e la stabilizzazione dello sgravio Irpef del 55% sugli interventi di riqualificazione energetica, che dovrebbe diventare una misura strutturale per incentivare l’efficienza energetica degli edifici. Infine, viene suggerita l’eliminazione dell’Imu sui fabbricati invenduti per un periodo massimo di tre anni, una misura che potrebbe stimolare il mercato immobiliare e ridurre il numero di immobili invenduti.
Utilizzo ottimale delle risorse disponibili
Il piano di Confindustria riconosce che, sebbene le risorse siano limitate, è fondamentale utilizzarle nel modo più efficace possibile. Per fare ciò, è necessario un coordinamento stretto tra governo, enti locali e privati, al fine di garantire che ogni euro investito produca il massimo beneficio in termini di crescita economica e benessere sociale. Il successo di questo piano dipenderà dalla capacità di superare le sfide esistenti, implementare le riforme necessarie e creare un ambiente favorevole agli investimenti e all’innovazione nel settore delle costruzioni.