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Andamento del mercato immobiliare in Italia primo semestre 2018

Mercato immobiliare italiano 2018: come è andato il primo semestre?

Il mercato immobiliare italiano nel corso del 1° semestre 2018 ha proseguito la corsa sul proprio sentiero di crescita graduale delle transazioni, sebbene sia innegabile che oggi il contesto macroeconomico è meno favorevole rispetto a qualche tempo fa.

L’economia italiana mostra un rallentamento della crescita e l’inflazione non accenna a riprendersi. A complicare lo scenario, peraltro, non solamente le controverse decisioni di politica fiscale ed economica interna, quanto anche la prospettata conclusione della politica monetaria accomodante da parte della Banca Centrale Europea, il quantitative easing, che negli ultimi anni ha svolto un ruolo decisivo nella ripresa del settore immobiliare.

Tornando al mattone tricolore, l’andamento delle compravendite in Italia ha registrato un moderato rallentamento della crescita tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, ma sembra essere stato un fenomeno transitorio, visto e considerato che negli ultimi mesi si è registrata una nuova accelerazione.

In particolare, secondo le analisi di Nomisma, a supportare la domanda non sarebbe più esclusivamente il fabbisogno compresso nel corso della crisi o, più in generale, l’interesse primario, ma il ritrovato slancio della componente di investimento che fino a questo momento aveva giocato un ruolo più marginale. Si tratta di una componente la cui presenza è fondamentale non solo per aumentare il numero delle transazioni, quanto anche soprattutto per riuscire finalmente ad invertire il trend negativo che caratterizza ormai da un decennio i prezzi degli immobili.

Dunque, anche alla luce di quanto sopra, il quadro generale rimane essere ancora positivo, sebbene la salita dei prezzi sia destinata a rimanere contenuta. Il livello generale d’inflazione e, con esso, l’evoluzione di salari e redditi, oltre alla qualità dell’offerta, concorrono ad attenuare la portata della spinta rialzista. Sempre secondo le rilevazioni e i commenti formulati da Nomisma, l’eccesso di offerta da un lato e l’entità degli interventi di ristrutturazione in molti casi necessari, dall’altro, costituiscono una sorta di calmiere naturale. Attenzione però ai non rari fattori di rischio e di penalizzazione, come ad esempio il mancato incontro tra le aspettative della domanda e le condizioni oggettive dell’offerta: un mix che oltre a ridurre la dinamica inflazionistica, ne pregiudica le possibilità di ulteriore ampliamento dimensionale.

Anche al netto di quanto sopra, nei primi sei mesi del 2018 il comparto residenziale ha comunque mostrato un irrobustimento della crescita, mentre diversa e più complessa è risultata essere la situazione degli immobili delle imprese.

Nel primo semestre del 2018, quindi, il comparto residenziale ha evidenziato una crescita sostenuta, testimoniata da un aumento delle compravendite e da una relativa stabilità dei prezzi medi. Questo trend positivo nel settore residenziale può essere attribuito a diversi fattori: una domanda stabile da parte degli acquirenti privati, un miglioramento delle condizioni economiche generali e una maggiore accessibilità al credito, che ha incentivato le famiglie ad investire nell’acquisto della casa.

La situazione del mercato immobiliare per gli immobili aziendali, invece, ha mostrato dinamiche più complesse e frammentate. Diversamente dal settore residenziale, la domanda di immobili destinati ad uso commerciale o industriale ha incontrato diverse difficoltà, dovute principalmente all’incertezza economica e ai cambiamenti strutturali del mercato. Le imprese, infatti, si sono trovate a fronteggiare un contesto di crescente competizione e di trasformazioni digitali, che hanno avuto un impatto diretto sulla loro necessità di immobili fisici.

Nel settore degli immobili d’impresa, quindi, si sono osservati cali nei valori di compravendita e una domanda più selettiva, con particolare attenzione rivolta a immobili che rispondano alle nuove esigenze di flessibilità e innovazione. In particolare:

  • Uffici: La domanda è rimasta solida nelle città principali, ma si è orientata verso spazi più moderni e attrezzati, spesso con un’enfasi sulla sostenibilità e l'efficienza energetica.
  • Immobili industriali e logistici: Con il boom dell’e-commerce, è cresciuta la richiesta di spazi logistici e magazzini, soprattutto nelle aree strategiche vicine ai nodi di trasporto. Tuttavia, l’incremento dei costi dei terreni e la necessità di spazi specificamente attrezzati hanno limitato l’offerta.
  • Negozi e retail: Questo segmento ha subito un impatto significativo a causa della concorrenza del commercio online, spingendo gli operatori a rivedere i propri piani d’espansione e ad adottare formule più flessibili e innovative, come i negozi temporanei o di dimensioni ridotte.

In sintesi, mentre il comparto residenziale ha beneficiato di condizioni favorevoli, il mercato immobiliare aziendale ha dovuto adattarsi a un panorama in evoluzione, caratterizzato da una domanda più circoscritta e specifica, influenzata dalle sfide dell’economia digitale e dalla crescente attenzione alla sostenibilità e alla flessibilità degli spazi.

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