Cosa accadrà all'immobiliare non residenziale nel 2020?
Che cosa succederà all’immobile non residenziale italiano nei prossimi mesi, considerato che il nuovo coronavirus ha impattato gravemente sull’economia nazionale e, dunque, anche sulle transazioni del mattone commerciale & co.?
A cercare di formulare un sunto attendibile di ciò che accadrà è Cbre, che ha formulato un report su quel che potrebbe accadere nella situazione post-Covid 19.
Ebbene, secondo il dossier, l’immobiliare commerciale in Italia dovrebbe chiudere il primo trimestre dell’anno con un volume pari a 1,8 miliardi di euro di investimenti, con un incremento del 7% rispetto a quanto annoverato nel 2019. Naturalmente, sono molto più difficili le previsioni per i successivi trimestri, che dovrebbero inglobare tutti i malus del nuovo coronavirus.
Gli scenari possibili
È evidente, d’altronde, come l’emergenza sanitaria stia avendo un impatto molto negativo sulla crescita economica a livello internazionale e, in esso, a livello italiano. Nel nostro Paese, in uno scenario più positivo, quello del contenimento dell’emergenza e di un progressivo rientro alla normalità prima dell’estate, Cbre prevede comunque una contrazione de 4% che, dunque, porterebbe il nostro Paese in una profonda recessione.
Si tratta, tuttavia, di congetture che dovranno essere smentite o confermate nel corso delle prossime settimane, quando si avranno maggiori informazioni sull’effettiva evoluzione della curva dei contagi in Italia e nel resto del mondo. Quel che appare certo è che le misure economiche adottate dal governo in Italia e la possibilità di poter ottenere un’ulteriore espansione ella spesa pubblica, dovrebbero contrastare l’impulso della recessione.
In questo scenario, Cbre ammette che potrebbe esservi anche una sorta di ripresa a V, con un Pil italiano in crescita del 3,7% nel 2021. Naturalmente, la possibilità che l’emergenza si prolunghi, o la possibilità che possa esservi una seconda ondata di diffusione del virus, potrebbe condurre gli analisti di Cbre ad aggiornare le proprie previsioni con uno scenario completamente diverso.
Previsioni immobiliare commerciale nel secondo trimestre 2020
Se il primo trimestre 2020 non ha apportato grandi malus sul base annua, in seguito al nuovo Covid-19, lo stesso non accadrà purtroppo nel secondo trimestre dell’anno, quando è lecito attendersi una contrazione delle attività di investimento e diversi cambi di strategie da parte di investitori e di sviluppatori.
Per gli analisti, è molto probabile che si creerà una maggiore concentrazione degli investimenti su asset class e su mercati che possano offrire una maggiore resilienza agli investitori.
Soffermandoci sul solo retail, rileviamo come il primo trimestre 2020 sia stato molto positivo per questo ambito, con 830 milioni di euro investiti, gran parte dei quali determinati dalla conclusione di importanti attività di joint venture tra operatori specialisti retail e altri investitori istituzionali nei segmenti out-of-town e nella grande distribuzione.
Cbre ricorda che il principale contributo è determinato dall’operazione Esselunga / Unicredit, che ha determinato la cessione alla banca del 32,5% di La Villata Spa, una società immobiliare che è titolare della gran parte degli immobili che ospitano i punti vendita della nota catena che opera nel settore della grande distribuzione organizzata.