Dallo scorso 15 ottobre 2020 è possibile usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura per l’effettuazione delle operazioni di ristrutturazione edilizia. Ma è davvero così? Che cosa ha detto in merito l’Agenzia delle Entrate? E, ancora, la ristrutturazione con cessione del credito o sconto in fattura vale per tutti gli interventi sottoposti a bonus?
Considerata l’attualità del tema e la numerosità degli interrogativi che i nostri lettori ci hanno esposto negli ultimi tempi, abbiamo scelto di riportare un approfondimento completo su questo tema. Cerchiamo di comprendere insieme che cos’è la cessione del credito per le ristrutturazioni, e in che modo poter usufruire dello sconto in fattura per poter ottenere lavori di ristrutturazione gratis, o quasi.
Cos’è la cessione del credito per le ristrutturazioni
La prima cosa che dobbiamo condividere è, evidentemente, che quella della cessione del credito per le attività di ristrutturazione, è inerente il decreto rilancio, che ha introdotto la possibilità di cedere le detrazioni sui lavori di cui all’ecobonus, al sismabonus e al superbonus del 110%, ottenendo lo sconto direttamente in fattura dal fornitore oppure ricevendo il rimborso di quanto speso anche da banche o da istituti finanziari.
Detrazioni fiscali: quali si possono cedere?
Chiarito quanto sopra, è bene rammentare come siano numerose le detrazioni fiscali che si possono cedere agli intermediari finanziari che si rendono disponibili a tale operazione. In particolare, sono cedibili le detrazioni che sono relative a:
- Superbonus del 110%, usufruibile di norma in 5 anni;
- ristrutturazione edilizia, usufruibile di norma in 10 anni;
- riqualificazione energetica di cui all’Ecobonus e al Sismabonus, usufruibile di norma in 10 anni;
- recupero e restauro delle facciate degli edifici (il c.d. Bonus facciate al 90%), usufruibile di norma in 10 anni;
- installazione di impianti e pannelli di natura fotovoltaica;
- installazione delle colonnine di ricarica per rigenerare le batterie delle auto e delle moto elettriche.
Si tratta dunque di un lungo elenco di potenziali cessioni, che potrebbero rendere queste e altre operazioni ancora più convenienti sotto il profilo economico!
Cosa fare per ottenere cessioni o sconti
A questo punto, chiarite quali sono le attività per cui è possibile ottenere un bonus, e per cui è possibile conseguire la cessione del credito, si può compiere un piccolo passo in avanti e cercare di capire in che modo sia possibile ottenere le cessioni del credito e gli sconti in fattura che potrebbero rendere molto più conveniente l’effettuazione di tali interventi.
Per quanto concerne la cessione del credito, la detrazione fiscale di cui si potrebbe aver diritto potrà essere ceduta ai fornitori dei beni o dei servizi che sono necessari alla realizzazione dell’operazione di ristrutturazione (dunque, all’impresa che effettua i lavori, per esempio), o ancora a soggetti terzi (si pensi agli altri condomini, oppure a professionisti che popoleranno in misura crescente questo settore), o ancora a banche e altri intermediari creditizi.
Di contro, il privato potrà anche scegliere di domandare uno sconto in fattura, di pari importo, applicato direttamente dall’impresa che effettua il lavoro.
Ipotizzando pertanto che il proprietario di un immobile effettui un lavoro di ristrutturazione per un importo di circa 20 mila euro, con detrazione fiscale del 50%, costui avrà diritto a uno sconto in fattura di 5.000 euro e, dunque, pagherà solamente la metà del corrispettivo al fornitore.
Se invece si effettuano dei lavori che danno diritto a una detrazione del 110%, allora – da un punto di vista meramente potenziale – non bisognerà pagare nulla al fornitore, e si avranno anche 2.000 euro da usufruire come detrazione di imposta, in dichiarazione dei redditi.
Evidentemente, quanto sopra è previsto esclusivamente da un punto di vista potenziale, considerato che le parti potrebbero applicare limiti e spese che andrebbero a ridurre l’ampiezza economica di questo tipo di operazione, ma senza pregiudicarne la convenienza economica.
Cosa può fare l’impresa
E l’impresa, che cosa può fare? In sostanza, il fornitore di beni e servizi che ha “ricevuto” la cessione del credito, potrà utilizzare la detrazione sotto forma di credito di imposta (dunque, pagherà meno tasse), oppure potrà a sua volta cederla a intermediari finanziari o istituti di credito.
Il credito di imposta
A proposito di credito di imposta, evidenziamo come una delle possibilità che sono previste oggi dal legislatore sia quella di trasformare la detrazione di cui si avrebbe diritto in un credito di imposta, che potrà essere ceduto direttamente ad altri soggetti i quali potranno usarlo in compensazione con le imposte dovute, con lo stesso numero di rate previste dalla detrazione originaria, o cederlo ancora a loro volta.
Quando si cedono i crediti
È importante notare che la scelta di cedere il credito di imposta può essere esercitata non solo all’inizio dei lavori, bensì in rapporto a ogni stato di avanzamento degli stessi, che comunque – si ricorda – in relazione all’ultimo e più recente Superbonus, non possono essere in un numero maggiore a due per ogni intervento. La normativa in vigore prevede altresì che il primo stato di avanzamento deve riferirsi ad almeno il 30%, e il secondo ad almeno il 60% dell’intervento stesso.
Inoltre, la legge prevede che in relazione alle spese che sono state sostenute nel corso del 2020 e del 2021, è possibile esercitare l’opzione sulla cessione del credito anche solamente per alcune delle rate residue. Pertanto, chi sostiene un onere nel corso del 2020, può scegliere di inserire in dichiarazione le prime due rate, e poi cedere il credito di imposta che residua, per le altre tre rate.
In ogni eventualità, si rammenta che non è consentito recuperare il credito di imposta che non è stato fruito nel corso dell’esercizio, domandando un ristoro o integrandolo all’interno delle successive dichiarazioni dei redditi.
Infine, nel caso in cui più persone abbiano contemporaneo diritto alla detrazione del credito di imposta, per la spesa sostenuta, ognuno di loro potrà scegliere in completa autonomia in che modo fruire la stessa. Dunque, anche nell’ipotesi di interventi che riguardano un intero condominio, non deve necessariamente essere tutto il condominio a scegliere la cessione del credito o lo sconto in fattura, perché ogni condomino potrà optare in maniera indipendente dagli altri per la propria scelta.
Come si cede la detrazione
Concludiamo infine evidenziando come la cessione debba essere comunicata dal beneficiario della detrazione, in canale telematico, attraverso il sito internet dell’Agenzia delle Entrate o rivolgendosi a un intermediario abilitato. Nel caso in cui si proceda a effettuare questa operazione in prima persona, bisognerà autenticarsi con lo Spid o usando le proprie credenziali.
Entro 5 giorni dall’invio della comunicazione il sito internet del Fisco rilascerà apposita ricevuta di accettazione, o – nel caso in cui dovesse aver notato qualche problema – di scarto della domanda.
Ricordiamo infine che solo ed esclusivamente per la cessione del Superbonus al 110%, oltre a quanto sopra è necessario ottenere il visto di conformità da un CAF o da un professionista abilitato ad attestare la presenza di tutti i presupposti che danno diritto alla detrazione.