Procura di Milano richiede gli arresti domiciliari per l'archistar Stefano Boeri

Negli ultimi anni abbiamo parlato spesso di Stefano Boeri e dei suoi straordinari progetti, come il celebre Bosco Verticale di Milano, il Ramagrama Stupa e il Trudo Vertical Forest. Tuttavia, recentemente il suo nome è tornato alla ribalta per motivi ben diversi. La Procura di Milano ha infatti richiesto gli arresti domiciliari per Boeri e per il collega Cino Zucchi, entrambi accusati di turbativa d’asta aggravata nell’ambito del progetto per la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic), un’opera che dovrebbe sorgere nella zona di Porta Vittoria a Milano.

L’inchiesta sulla Beic

Secondo le indagini condotte dai pm Paolo Filippini, Mauro Clerici e Giancarla Serafini, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, l’inchiesta ha portato alla luce presunti conflitti di interesse tra la commissione giudicatrice, di cui Boeri era presidente, e i partecipanti al concorso di progettazione.

L’accusa si basa su documentazione sequestrata e su scambi di messaggi, tra cui chat WhatsApp e Telegram, che suggerirebbero collusioni tra i commissari e i vincitori del bando. La situazione si sarebbe aggravata a seguito delle analisi sui dispositivi sequestrati, evidenziando contatti tra Boeri e Pier Paolo Tamburelli, uno dei progettisti vincitori, nelle fasi cruciali della gara.

Perché Boeri è stato messo agli arresti domiciliari

Gli arresti domiciliari sono stati disposti a causa di presunte irregolarità legate alla manipolazione della gara d’appalto per la progettazione della Beic. Secondo la Procura di Milano, la misura è stata giustificata dalle esigenze cautelari, legate sia al pericolo di inquinamento probatorio, inclusa la possibilità di creare un alibi, sia al rischio di reiterazione del reato. Boeri avrebbe avuto un ruolo centrale nella gestione dei contatti tra la commissione e i partecipanti al concorso. Tra gli episodi citati, spiccano un incontro con Tamburelli la sera prima dell’assegnazione e l’eliminazione di messaggi chiave da alcune chat. Questi elementi hanno portato a ipotizzare una turbativa aggravata d’asta, ritenuta sufficientemente grave da giustificare una misura restrittiva.

La duplice immagine di Stefano Boeri

Stefano Boeri rappresenta una figura controversa: da un lato, un architetto visionario, fautore di un’architettura sostenibile e di città più verdi e vivibili; dall’altro, una personalità ora sotto accusa per metodi poco ortodossi nella gestione di appalti pubblici. La sua dedizione alla sostenibilità e alla rigenerazione urbana, incarnata da opere come il Bosco Verticale, cozza con le ombre sollevate dall’inchiesta, aprendo un dibattito sulla coerenza tra i suoi ideali e i mezzi utilizzati per raggiungerli. Questa dicotomia alimenta una riflessione più ampia sull’etica nella professione e sulla trasparenza nel settore degli appalti pubblici.

Le prossime tappe giudiziarie

Il gip Luigi Iannelli ha fissato gli interrogatori preventivi per il 4 febbraio, momento in cui Boeri e gli altri indagati potranno fornire chiarimenti sulle accuse. Nel frattempo, Boeri si è dichiarato “sorpreso e molto turbato” dalla richiesta di arresto, ribadendo la sua fiducia nella giustizia e il desiderio di dimostrare la propria innocenza.

Dettagli delle accuse

Le accuse della Procura si concentrano su una presunta manipolazione della gara d’appalto, con scambi di favori e accordi preventivi tra i partecipanti. Tra i dettagli emersi, si fa riferimento a un incontro tra Boeri e Tamburelli la sera prima dell’aggiudicazione del bando e a messaggi cancellati che avrebbero potuto contenere prove rilevanti. Inoltre, è stato segnalato un uso improprio della chat di gruppo “Viale Molise”, nome ispirato alla zona in cui sorgerà la biblioteca.

La reazione della Fondazione Beic

La Fondazione Beic ha espresso piena fiducia nell’operato della commissione guidata da Boeri e nel lavoro della magistratura, auspicando che la vicenda si risolva in favore della trasparenza e della legalità. Nel frattempo, resta alta l’attesa per gli sviluppi giudiziari che potrebbero incidere profondamente sulla reputazione di uno degli architetti più celebrati del nostro tempo.

La carriera di Stefano Boeri

Boeri è una figura di spicco nel panorama architettonico internazionale, noto per aver ridefinito il concetto di sostenibilità urbana con progetti innovativi. Milanese di nascita, classe 1956, è figlio della designer Cini Boeri e fratello dell’economista Tito Boeri. Dopo essersi laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1980 e aver conseguito un dottorato in Urbanistica a Venezia, ha intrapreso una brillante carriera accademica e professionale, culminata nella presidenza della Triennale di Milano, incarico che ricopre dal 2018.

Non è la prima volta che Boeri si trova al centro dell’attenzione mediatica. Nel 2010 si era candidato alle primarie del Partito Democratico come sindaco di Milano, senza successo. Successivamente, è stato assessore alla Cultura, Moda, Design ed Expo nella giunta Pisapia fino al 2013. Nonostante le sue innegabili competenze e il prestigio internazionale, l’inchiesta sulla Beic rappresenta un capitolo oscuro della sua carriera.