Si tratta della prima collaborazione tra Vodafone e HPAC Clima Veneta.
Per i due siti, sono seguiti da due studi differenti di progettazione, con scelte di impianto diverse ma mirate ad un uso migliore delle energie. Il sito del nord est ha propeso per una soluzione idronica. A sud sono state preferite unità ad inverter per centrare i carichi parziali, che rappresentano il 75% del normale tempo di funzionamento di un data center.
Ma guardiamo ai dettagli: le scelte tecnologiche per l’MSC del nord, con lo studio BMZ di Milano prevedono una soluzione ad acqua con 6 unità close control AC 70 abbinate a due refrigeratori di liquido NX/LN-KS e ad un dry cooler.
Per il Mezzogiorno lo studio Progeda ha realizzato un impianto a tutta aria, attraverso l’installazione di 13 unità close control con 3 ridondanti per un totale 400kW di potenza sensibile totale.
Le unità sono tutte dotate di compressori inverter e sono suddivise in 4 di tipo under i-AX 50 all’interno della sala, 4 i-AX 29 a mandata frontale all’interno della sala e 5 di tipo under i-AX 50 complete di plenum Free-Cooling, installate all’esterno della sala e canalizzate.
Ogni unità ha un apposito free-cooling e va ad osservare il delta di differenza tra temperatura interna della sala ed esterna e, con delta maggiore di 5°C e temperatura esterna compresa tra 7°C e 20°C, attiva il funzionamento in Free-Cooling.
Tutte le unità sono collegate tra loro in lan ed hanno interfaccia per sistema Mod-Bus. L'integrazione della tecnologia inverter con i plenum per Free-Cooling Diretto sono la migliore soluzione più efficiente disponibile oggi sul mercato in quanto le due tecnologie si sostengono a vicenda. Un applauso, dunque, alla Vodafone.
Le altre aziende dovrebbero prendere esempio da Vodafone, la tecnologia ci può aiutare per questo è importante utilizzarla al meglio