Questa è la risposta di InarSind (Sindacato degli Ingegneri e degli Architetti Liberi Professionisti) in occasione dell'ottavo congresso nazionale, svoltosi a Taormina nei giorni scorsi.
Bisogna superare gli ostacoli delle libere professioni, pensare all’importanza dell'unitarietà delle categorie professionali, con assenza di tariffe di riferimento. Ridurre la burocrazia, inserire nuovi oneri in formazione ed assicurazione, trovare un welfare di supporto.
E’ stata dunque approvata all’unanimità una mozione con cui il sindacato si impegna su diversi fonti:
1. Promuovere iniziative per sviluppare i temi congressuali in forma concreta con reali semplificazioni sulle opportunità del mercato dei servizi professionali;
2. Proporre una netta e forte revisione, alla luce della palese distonia e disparità di trattamento dei soggetti interessati, dei Regolamenti attuativi approvati da Cni e Cnappc anche in considerazione della opposizione al principio dell’obbligo della formazione professionale continua;
3. Incentivare l’aggregazione professionale costituendo un consorzio stabile cui possano associarsi gli Ingegneri e gli Architetti iscritti ad InarSind;
4. Pensare ad una proposta attuativa perché le modalità e i contenuti di erogazione della formazione continua di cui all’articolo 7 del DPR 137/2012 possano essere indirizzati al reale aggiornamento professionale degli iscritti e non alla semplice acquisizione di formali crediti professionali.
InarSind ha anche criticato la suddivisione a compartimenti stagni, sull’aggiornamento professionale delle due categorie di ingegneri ed architetti. La competenza professionale delle due categorie vede numerose affinità, i regolamenti però non permettono agli ingegneri di partecipare alla formazione degli architetti e viceversa.
Un soluzione al riguardo si potrebbe anche trovare se ci fosse un impegno maggiore.