Non sempre la casa è un sicuro rifugio
Case piccole case grandi, case lussuosissime ed altre che sembrano stare in piedi per miracolo, case da mille e una notte, case da sogno e case da incubo; case protagoniste involontarie di fatti di cronaca, di omicidi , di suicidi che hanno segnato la memoria collettiva con fatti di sangue .
Ci sono case da cui, chi è entrato, non vede l’ora di fuggire, case in cui la cui porta è meglio non aprire; con soffitte polverose e cantine simili a labirinti in cui si perde l’orientamento e che possono condurre in luoghi che vanno oltre ogni orrore immaginabile.
Da nord a sud dell'Italia se ne possono trovare , di ogni epoca e dimensione ma tutte con storie “maledette” da raccontare o nascondere.
Torino : la maledizione delle Ville liberty
Chi di noi non ha mai sentito parlare della "Torino magica" ed esoterica ?
Si dice infatti che il capoluogo sabaudo sia posto al vertice di un triangolo di “magia nera” composto da altre due città: San Francisco e Londra; ovvero al vertice di un triangolo di “magia bianca” insieme a Lione e Praga o, ancora, percorsa da due correnti energetiche opposte, date dallo scorrere nel sottosuolo della Dora (polarità femminile) e del Po (maschile) che conferirebbero alla città energie telluriche positive da un lato e negative dall’altro. Ma è a Torino, città italiana del mistero ed esoterica per antonomasia , troviamo “la maledizione delle case liberty” , con storie oscure, che per uno scherzo del destino le accomuna tutte, e tutte con lo stesso stile e tutte dello stesso periodo. Tre case , tutte e tre in stile liberty e tutte, per un motivo o per l’altro, maledette
La più celebre villa segnata da un alone di oscurità all’ombra della Mole Antonelliana è Villa Scott, ricordata come la «Villa del bambino urlante»; e immortalata da Dario Argento nel suo capolavoro «Profondo Rosso» .
Sempre a Torino, in corso Francia 23 troviamo «Palazzo della Vittoria»; anche questo edifico è stato scelto come set cinematografico per l’horror «La maschera etrusca» per la regia Regia di T. Nicolau . «Palazzo della Vittoria» si nota per lo stile liberty dal gusto medievale con dragoni rampanti, al posto delle garguglia, che ne ornano il portone d’ingresso. Il suo aspetto lugubre, già dal 1920, ha impressionato i torinesi che gli hanno attribuito persino significati esoterici . Ma è la cronaca nera che ha fatto da sfondo alla costruzione del palazzo che nasconde la storia più interessante. L’architetto che lo progettò, Giovanni Battista Carrera, non riuscì a terminarlo a causa della sua improvvisa ed misteriosa morte. Dopo qualche mese anche il committente di «Palazzo della Vittoria» si suicidò, confermando il destino nero dell'edificio
Ma la morte vera e propria segnò Torino e il mondo intero, l’11 aprile del 1987, e segnò un’altra casa rivelando al mondo la sua aurea maledetta. In Corso Re Umberto 75, lanciandosi dalla tromba delle scale , morì Primo Levi. Lo scrittore, sopravvissuto ad Auschwitz, morì a 68 anni nel luogo in cui aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita, in circostanze che hanno ancora oggi molti angoli oscuri e misteriosi.
Da Nord a Sud
Sempre nel nord Italia, abbondano anche in terra Valtellinese, case infestate da fantasmi, da anime senza pace, case maledette, che rinserrano fra mura antiche segreti terribili.
Nel cuore della Chiuro antica, in «Casa Cilichini», la leggenda narra che vi abitasse, un tempo, uno stregone assai potente che riuscì nella più potente delle magie, cioè quella di prendere la forma, in vita ed oltre la vita, di animali e lo stregone divenne un gatto che non smetteva di presentarsi al portone della casa dai suoi anziani occupanti ed un giorno, approfittando dell’attimo in cui il portone veniva aperto da una folata di vento , balzò all’interno della casa, e da quel giorno agli anziani non riuscì più di farlo uscire e da allora divenne signore della casa, servito e riverito in tutto e per tutto.
A Castionetto di Chiuro, sulla provinciale Panoramica dei Castelli, che congiunge Montagna in Valtellina a Teglio, definita la più bella strada d’Europa, per il fascino paesaggistico e la ricchezza di cultura dei luoghi e dei paesi attraversati; nella contrada più alta, denominata contrada Maffìna, vi è una casa isolata ed abbandonata, «Ca’ Musìn» , riconoscibile dal dipinto che si trova su una parete e che raffigura una Madonna il cui vestito è adornato da una spilla con una perla vistosa. La perla, oggetto prezioso per antonomasia, ha da sempre attratto la fantasia popolare: accadde così un giorno che un uomo, affascinato dalla perla, si avvicinò al dipinto, tanto da toccarla, forse per verificare se fosse vera. Rimase, però, folgorato all’istante. La sua fine impressionò tanto gli abitanti di Castionetto che da allora nessuno più osò avvicinarsi alla casa abbandonata.
Sempre in Valtellina nel comune di Ponte in Valtellina c'è “la ca’ dei spirit”. La leggenda ne spiega il nome. Accadde, un tempo, che il proprietario del terreno in cui si trova la casa si accorse di essere vittima di furti di uva nei suoi vigneti; così nottetempo si appostò, quindi, e riuscì a cogliere il ladro in flagrante. Il ladro spaventato, confessò di essere il responsabile di tutti i furti avvenuti, al che, accecato dall’ira, il contadino lo uccise con un colpo di falcetto. Da allora chiunque entrasse nella vigna, si vedeva piovere addosso una scarica di sassi lanciati dalla casa che, per questo, si credette abitata dagli spiriti.
Ma anche a sud, ed a sud di Roma, a Nettuno, cittadina del litorale romano, giaceva nascosta tra i palazzi della zona moderna , una vecchia casa colonica diroccata, risalente probabilmente agli anni della bonifica delle Paludi pontine.
La casa circondata da palazzetti anni ’50-‘60 e seminascosta dietro un muraglione in tufo anch’esso semidiruto. Nel Dopoguerra, tutta la zona, allora periferica fu interessata da grossi fenomeni di edilizia spontanea e abusiva che diedero vita a costruzioni sorte proprio sulla rete sotterranea di tunnel che al tempo si trovavano in aperta campagna. Tutte le case coloniche della zona furono abbattute e al loro posto furono edificati palazzi in cemento, ma questa vecchia casetta rimase. Più di qualcuno provò ad abitarla, ma ogni volta, misteriosamente, dopo pochi mesi i nuovi inquilini l’abbandonavano. Furono compiuti anche dei lavori di recupero di un suo spiazzo, per metterlo in sicurezza a causa delle grotte sotterranee, ma presto la copertura in cemento crollò in più punti allora la casa fu quindi abbandonata del tutto, fino a quando divenne, nella seconda metà degli anni ’90, un ricovero per un ragazzo straniero sbandato. Questi, tuttavia, morì presto in situazioni oscure.
Influenze nere sulle compravendite
Forse, in tutti i casi narrati si è trattato semplicemente di una lunga serie di coincidenze sfortunate e tragiche o forse le case sono stati custodi di orribili memorie e segreti che nessuno ha saputo o voluto ancora svelare. Ma del resto, delle case maledette, anche il loro effetto visivo, soprattutto di notte, lascia un senso di profonda inquietudine e da i brividi.
Quel che è certo, però, è che se la casa è infestata a streghe o fantasmi, funesta o maledetta, nessuno ama parlarne; solo gli amanti del genere noir, ma sicuramente non gli abitanti dei dintorni ; anche perché le scomode presenze affliggono davvero il mercato immobiliare e sviliscono tutte le abitazioni che le circondano.