In occasione della riunione dell’8 settembre, la BCE ha lasciato invariati i tassi di interesse di riferimento e i suoi programmi straordinari di politica monetaria. Pochi nuovi spunti sono inoltre emersi dalla successiva conferenza stampa dell’autorità monetaria, che è tornata a ribadire il messaggio peraltro già noto ed emerso nei meeting precedenti: il Presidente della BCE, Draghi, ha puntualizzato sul fatto che lo scenario economico rimane soggetto a rischi verso il basso e che pertanto la politica monetaria resterà accomodante per sostenere la ripresa e il ritorno dell’inflazione in linea con il target.
Per quanto concerne i suoi approcci, per il momento la BCE si sta limitando a ribadire l’efficacia del programma già annunciato e sottolinea che il Board si impegna a valutare le opzioni possibili per garantirne un’attuazione quanto più efficace e lineare del Quantitative Easing. Nel corso della sessione di domande e risposte, il Presidente ha tuttavia esplicitamente chiarito che il Consiglio, nel corso della riunione, non ha discusso delle possibilità di un’estensione del programma di acquisto titoli. Riguardo l’atteso aggiornamento delle stime macroeconomiche, prime ad essere pubblicate dopo l’esito del referendum inglese, la BCE prende atto del deterioramento dello scenario rivedendo, in misura in verità marginale, le proiezioni sia per il PIL che per l’inflazione. I dati più recenti appaiono in linea con una prosecuzione della crescita nel 3° trimestre sugli stessi livelli del 2° trimestre, con prospettive di espansione che pertanto indicano un ritmo moderato ma stabile. I rischi verso il basso per l’Outlook sono legati principalmente a fattori esterni. Questo si riflette in un taglio delle stime sul PIL pari a un decimo per l’anno corrente e il successivo biennio, che si traduce in una crescita attesa di 1,5% nel 2016 e di 1,6% nel 2017 e 2018.
Per quanto riguarda invece il tema di nostro maggiore interesse, i tassi Euribor, punto di riferimento per i mutui a tasso variabile, nell’ultimo mese sono ulteriormente scesi su livelli ancor più negativi sulle principali scadenze, alimentando un quadro che dovrebbe permanere anche per i mesi a venire. I tassi Eurirs (da 10 a 30 anni) hanno registrato un leggero rialzo dopo la riunione BCE e i commenti di alcuni esponenti della Fed che lasciano intravedere un possibile (ma improbabile) aumento già a settembre. I livelli dei tassi Eurirs restano comunque vicini ai minimi da un anno circa.
Da quanto sopra, sembra dunque confermarsi una preferenza per l’indebitamento a tasso fisso o flessibile.