Il decreto cura Italia (18/2020) ha introdotto nel nostro ordinamento la possibilità di poter sospendere le rate del mutuo prima casa. Un beneficio che era già stato concesso con il dl 9/2020 che si è visto sospendere o ridurre l’orario di lavoro per almeno trenta giorni, e che nei prossimi nove mesi sarà a disposizione anche per i lavoratori autonomi, che potranno richiedere la moratoria se certificano di aver subito perdite su base trimestrale pari al 33% sul fatturato. Viene anche eliminato – sempre per i prossimi nove mesi – il tetto di 30 mila euro di reddito Isee necessario finora per accedere alla misura.
Quando presentare la domanda
Ad ogni modo, nonostante i decreti legge siano immediatamente operativi, per poter presentare la domanda (attraverso la propria banca) bisogna attendere. Forse qualche giorno o, più probabilmente, qualche settimana. Sono infatti attesi chiarimenti sulle modalità attuative delle nuove disposizioni. Per ora, comunque, si può pur sempre fare qualcosa: raccogliere i principali documenti sul proprio mutuo, al fine di non farsi trovare impreparati.
Quanti fondi sono stati stanziati
Al Fondo di solidarietà per la sospensione del pagamento delle rate dei mutui per l’acquisto della prima casa, istituito con la l. 244/2007 presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (e gestito da Consap) sono stati affidati circa 400 milioni di euro, che si aggiungono ai 25 milioni di euro che a quanto pare risultavano residui all’interno dello stesso strumento.
Ma saranno sufficienti? Difficile stimarlo. La platea dei contribuenti che potrebbero essere interessati dal provvedimento è piuttosto ampio, e probabilmente tutti (o quasi) ne faranno ricorso.
Per esempio, la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha compiuto una interessante stima sulle misure del governo per ridurre il contagio da coronavirus, indicando che sono tre i milioni di lavoratori che sono stati lasciati all’improvviso a casa dalle restrizioni imposte. Di questi, un milione sono lavoratori autonomi, e 1,9 milioni sono dipendenti. Altri 3,6 milioni sono occupati in settori a rischio chiusura indotta.
Chi potrà richiedere di poter sospendere le rate del mutuo
Stando alle informazioni attualmente diffuse, possono presentare domanda di accesso ai benefici del Fondo:
- i proprietari di immobili adibiti ad abitazione principale,
- titolari di un mutuo contratto per l’acquisto dello stesso immobile di importo non superiore a 250 mila euro,
- in possesso di indicatore Isee non superiore a 30 mila euro.
Quest’ultimo requisito reddituale è però stato eliminato per i prossimi nove mesi. Il mutuo deve inoltre essere in corso di ammortamento da almeno un anno dal momento della presentazione della domanda. Risulta essere ammissibile anche il titolare di un contratto di mutuo già in ritardo nel pagamento delle relative rate, a patto che il ritardo non superi i 90 giorni consecutivi.
Ricordiamo che per il momento il Fondo ha concesso di sospendere le rate, fino a 18 mesi, in caso di situazioni di difficoltà temporanea, come:
- cessazione del rapporto di lavoro (subordinato o parasubordinato, o ancora di rappresentanza commerciale o di agenzia, a tempo determinato o indeterminato);
- morte o riconoscimento di grave handicap o invalidità civile non inferiore all’80 per cento.
E le partite Iva?
Per le partite Iva che si trovano in difficoltà, c’è la possibilità di essere ammesso allo stesso beneficio per nove mesi. Bisognerà dimostrare di aver subito un calo apprezzabile del fatturato delle propria attività, quantificabile nell’aver registrato (sulla base delle dichiarazioni Iva) in un trimestre (o in un minore lasso di tempo) successivo al 21 febbraio 2020, una diminuzione del 33% del giro d’affari risalente all’ultimo trimestre 2019, in seguito alle restrizioni operate per contenere l’emergenza da coronavirus.