Quando si è in procinto di scegliere un mutuo spesso ci si chiede quale sia la soluzione migliore in merito ai tassi di interesse; sicuramente il mutuo a tasso fisso offre più garanzie rispetto al mutuo a tasso variabile. Non tutti conoscono il mutuo a tasso variabile con cap, il giusto compromesso tra tasso fisso e variabile, poiché prevede un tetto massimo oltre il quale il tasso d’interesse non può salire. Il mutuo variabile con cap è anche detto mutuo capped rate, fornisce la possibilità di approfittare delle variazioni positive del mercato tutelandosi nel caso in cui i tassi si alzino troppo.
Il termine cap è un termine inglese che appunto significa cappello o tappo, in quanto delinea un limite oltre la quale i tassi non possono salire anche nel caso in cui i tassi di mercato lo superino.
Questa tutela che la banca offre permette al mutuatario di non pagare rate esorbitanti nel caso in cui i tassi aumentino troppo, calcolando il tasso di interesse con il parametro Euribor o al tasso BCE a cui viene sommato lo spread che però risulta essere più elevato rispetto allo spread del mutuo a tasso variabile senza cap.
Lo spread del mutuo variabile con cap è più elevato di quello del tasso variabile tradizionale poiché la banca si assume il potenziale rischio di un aumento del tasso oltre il cap.
Un’ulteriore garanzia prevista dalla banca è il floor ovvero una soglia minima al di sotto della quale il tasso non può scendere.
Grazie al mutuo variabile con cap è quindi possibile approfittare delle fasi positive del mercato senza rischiare di pagare interessi eccessivi nel caso in cui il mercato oscillasse negativamente.
A chi è rivolto il mutuo a tasso variabile con cap?
Quando si sceglie il mutuo ci sono delle variabili da considerare, prime tra tutte la durata e il tasso. Il mutuatario ha piena autonomia nella scelta del tasso d’interesse da applicare.
Chi non vuole correre alcun rischio solitamente predilige il mutuo a tasso fisso poiché equivale a scegliere una rata fissa costante che ti permette di pagare ogni mese sempre lo stesso importo. Chi invece è più audace sceglie il tasso variabile che risulta essere più basso e varia in base all’andamento dei tassi di mercato e che quindi gli interessi possono salire e scendere.
Chi prevede o spera in ribassi sui tassi di interesse sceglie il mutuo variabile ma si tutela con il cap, ovvero un tetto massimo oltre il quale i tassi non possono salire. Solitamente questa opzione è consigliata per i mutui di lunga durata (25/30 anni) e nel caso in cui al momento della stipula i tassi sono in forte rialzo o in alternativa se la differenza tra tasso fisso e variabile è molto elevata.
Quando evitare il mutuo variabile con cap?
E’ sconsigliato richiedere un mutuo variabile con con cap nel caso in cui il mutuo è di breve durata o se si sta richiedendo una surroga.
In definitiva il mutuo variabile con cap è il giusto compromesso tra la sicurezza del tasso fisso e la possibilità di risparmio del tasso variabile.
Quali sono le altri possibili tipologie di mutuo?
In alternativa al mutuo a tasso fisso ed al mutuo a tasso variabile ci sono altre tipologie di mutuo ibride oltre al mutuo variabile con cap. Ecco quali:
- Mutuo a tasso misto che ti offre la possibilità di spostarti da tasso fisso a variabile o viceversa secondo le tempistiche previste dal contratto.
- Mutuo a tasso doppio in cui il mutuo è suddiviso in due parti: una con il tasso fisso, una con il tasso variabile.
- Mutuo a tasso variabile a rata costante: in cui la viene fissato un cap per la rata del mutuo e a variare sarà la durata e non l’importo.
Quale mutuo conviene oggi?
In base alle analisi degli esperti, nonostante i tassi siano in rialzo, ad oggi il mutuo a tasso fisso rimane ancora il più conveniente, che ad oggi si aggira tra il 2,5% e il 2,8%.