Secondo quanto affermano le rilevazioni del secondo trimestre dell'Osservatorio di Mutui online, elaborate all'interno di un apposito report di periodo, i mutui a rata costante (principalmente, a tasso fisso) hanno catturato le ampie preferenze degli italiani fino a toccare l'86,6 per cento dei casi.
Perchè il mutuo a tasso fisso è migliore?
Credo che la risposta vada trovata nelle usanze e nei costumi della tradizione italiana. Gli italiani sono un popolo che hanno sempre cercato di ottenere il controllo, a cui piaceva gestire e avere sempre la padronanza della situazione. Inoltre gli imprevisti non sono mai stati ben accetti. Proprio per questo motivo gli italiani hanno sempre preferito il tasso mutuo fisso: senza sorprese, prevedibile e già messo in conto.
Il tasso mutuo fisso ti permette di conoscere la rata, immutabile, e di non avere mai sorprese.
Non per sempre il tasso fisso sarà il migliore
E' importante pensare che il tasso fisso continuerà a prevalere anche se in realtà non è così certo, infatti l'andamento - sottolinea l'operatore - sembra essere destinato a interrompersi nel corso dei prossimi mesi, considerato che il fisso sta calando nelle richieste degli utenti, passando dall'81,3 per cento dei primi tre mesi dell'anno agli attuali 73,8 per cento.
Naturalmente, un simile andamento non può che favorire l'evoluzione del mutuo a tasso indicizzato, con una domanda salita del 6 per cento (è ora pari al 23,1 per cento). La ragione? Secondo l'operatore sarebbe da attribuirsi al crescere negli ultimi mesi del divario tra i tassi medi delle due tipologie di prodotto, con il tasso fisso che al 30 giugno si attestava mediamente al 2,36 per cento contro il 2,34 per cento di maggio, e il variabile che si ferma a meno della metà, all'1,01 per cento, contro l'1,04 per cento del mese precedente.
Sempre in termini di evoluzioni, si noti come il peso delle surroghe stia continuando a calare, e che ora la portabilità del mutuo pesi per il 43,7 per cento delle preferenze, contro il 48,2 per cento delle preferenze nel primo trimestre dell'esercizio. La discesa si conferma non solamente nel numero di operazioni richieste, quanto anche nel controvalore delle erogazioni, con una percentuale che è oggi pari al 50,6 per cento contro il 59,1 per cento del primo periodo del 2017.
Per quanto attiene le altre caratteristiche, spicca il fatto che il 35,2 per cento dei clienti preferisca domandare somme di denaro che coprono tra il 71 e l'80 per cento del prezzo dell'immobile, mentre solamente il 26,3 per cento delle richieste soddisfa questa percentuale di loan-to-value. Per quanto concerne il piano di ammortamento, i 20 anni sono sicuramente il periodo più scelto dai futuri mutuatari con un peso del 29,4 per cento del totale. Lo stesso periodo di tempo cresce peraltro al 31,7 per cento per quanto attiene le erogazioni, mantenendo così il primato dal primo trimestre del 2015 ad oggi. Dal lato della domanda e da quello dell'offerta viene confermato il successo dei programmi di rimborso oltre i 30 anni, rispettivamente al 22,5 per cento e al 18,1 per cento.