Mutuo a persona malata: una guida per chi ha affrontato il cancro

Per chi affronta una malattia oncologica, la vita quotidiana può diventare un campo minato di sfide. Non solo si combatte contro il cancro, ma anche contro le difficoltà burocratiche e finanziarie che spesso sorgono durante e dopo la cura. Tra queste difficoltà, una delle più critiche è l'accesso al credito, in particolare la possibilità di ottenere un mutuo. Molte persone, dopo una diagnosi oncologica, si sentono abbandonate dal sistema, incontrando barriere non solo mediche, ma anche economiche. La possibilità di pianificare un futuro a lungo termine, acquistare una casa o semplicemente condurre una vita "normale" diventa sempre più complessa. A peggiorare la situazione, la sensazione di essere trattati come cittadini di "serie B" dalle istituzioni e dalle banche, che vedono il rischio di concessione di un prestito a una persona malata come troppo elevato.

Fortunatamente, con la recente approvazione della legge sull’oblio oncologico, molte di queste barriere sono destinate a cadere. Questo articolo esplorerà le difficoltà che i malati oncologici incontrano nella richiesta di un mutuo e i cambiamenti che stanno arrivando con la nuova legislazione.

Le banche concedono mutui ai malati oncologici?

Per molti anni, ottenere un mutuo o un prestito personale se si è o si è stati malati di cancro è stato estremamente difficile. Le banche, per tutelarsi, spesso rifiutavano le richieste di prestito a chi presentava una storia medica complicata, vedendo in questi richiedenti un rischio troppo alto. Questo avviene perché le istituzioni finanziarie, nel processo di concessione di un mutuo, valutano non solo la capacità economica dell’individuo, ma anche la sua aspettativa di vita.

Chi affronta o ha affrontato una malattia grave come il cancro, si trova così in una situazione di svantaggio, poiché viene percepito come una persona con una probabilità ridotta di poter completare il pagamento del prestito nel lungo periodo. Questo meccanismo, seppur comprensibile dal punto di vista delle banche, crea una disparità notevole per i malati oncologici, che, oltre alla malattia, devono affrontare una barriera sociale e finanziaria.

Grazie all’oblio oncologico, la situazione sta cambiando. Con questa nuova legislazione, chi ha superato la malattia da un certo numero di anni (variabile in base alla tipologia del cancro) potrà accedere a mutui e prestiti come qualsiasi altro cittadino, senza dover dichiarare la propria precedente condizione medica. Questo rappresenta una svolta epocale per migliaia di persone che, in passato, sono state escluse dalla possibilità di costruirsi un futuro economico stabile.

Le banche verificano lo stato di salute di chi richiede il mutuo?

Un altro aspetto delicato nella richiesta di un mutuo riguarda il controllo delle condizioni di salute del richiedente. Spesso le banche richiedono una polizza assicurativa legata al mutuo che, a sua volta, prevede una serie di controlli medici preliminari. Questi controlli sono progettati per identificare eventuali rischi associati allo stato di salute del richiedente, specialmente nel caso di malattie gravi o croniche come il cancro.

Se una persona si trova in fase di remissione o ha avuto un cancro in passato, potrebbe vedersi negato l'accesso a unapolizza assicurativa, o trovarsi costretta a pagare premi assicurativi molto elevati. Questo, a sua volta, si traduce spesso in un diniego da parte della banca nell’erogazione del mutuo, poiché la polizza assicurativa è una condizione essenziale per la concessione del prestito.

Con l’introduzione dell’oblio oncologico, questo processo sarà in parte rivoluzionato. Chi è guarito da un cancro da un periodo sufficiente (definito dalla legge), non sarà più obbligato a dichiarare la malattia precedente durante la fase di richiesta del mutuo. Ciò significa che le compagnie assicurative e le banche non avranno più il diritto di richiedere informazioni sullo stato di salute legato al passato oncologico del richiedente. Si tratta di un passo fondamentale per garantire che chi ha superato la malattia possa accedere a diritti e opportunità economiche senza discriminazioni.

Dopo quanto, per legge, si è guariti dal cancro?

Un aspetto cruciale dell’oblio oncologico è la definizione del periodo di tempo dopo il quale una persona può essere considerata “guarita” dal cancro, agli effetti legali e finanziari. Questo intervallo di tempo varia a seconda del tipo di tumore, della sua aggressività e dell’età del paziente al momento della diagnosi. Generalmente, la legge italiana prevede che un individuo possa usufruire dell’oblio oncologico dopo 10 anni dalla conclusione del trattamento, se non ci sono state recidive.

Tuttavia, per i pazienti che hanno ricevuto la diagnosi in età pediatrica o adolescenziale, i tempi sono ridotti a 5 anni. Questa distinzione è fondamentale, poiché i bambini e i giovani hanno tassi di sopravvivenza più elevati e una capacità maggiore di riprendersi completamente dalla malattia.

Questa nuova normativa permette ai malati oncologici di essere considerati come qualsiasi altro cittadino nel momento in cui fanno richiesta di un mutuo o di altri prodotti finanziari, eliminando una discriminazione che, fino a poco tempo fa, era profondamente radicata nel sistema creditizio.

L’oblio oncologico è legge: più diritti per i malati oncologici

Il concetto di oblio oncologico è un punto di svolta per i diritti dei malati oncologici in Italia. Con l’approvazione della legge, chi ha superato una malattia oncologica potrà finalmente essere trattato alla pari degli altri cittadini quando si tratta di accedere a servizi finanziari, come mutui e prestiti, senza dover dichiarare la propria condizione medica pregressa. Questa normativa non solo cancella le tracce della malattia dal punto di vista legale, ma permette ai malati oncologici di recuperare una piena dignità sociale ed economica.

L'introduzione dell’oblio oncologico sancisce una vittoria importante per tutte quelle persone che, nonostante la guarigione, continuavano a subire le conseguenze della malattia sul piano finanziario. Ora, il diritto all’oblio oncologico è realtà, e consente ai guariti di fare progetti a lungo termine, come l’acquisto di una casa, senza sentirsi più discriminati.

L’impatto di questa legge va oltre la concessione di mutui. Infatti, l’oblio oncologico rappresenta un riconoscimento simbolico e concreto del percorso di guarigione, che non si esaurisce nella sfera medica, ma tocca anche la sfera personale, sociale e finanziaria. Con l’eliminazione dell’obbligo di dichiarare la malattia pregressa, si annulla quella che era, di fatto, una forma di emarginazione.

Per migliaia di persone, questo significa la possibilità di ricominciare, di guardare al futuro con ottimismo e di pianificare serenamente la propria vita. Grazie all’oblio oncologico, ottenere un mutuo se si è avuto il cancro non sarà più un miraggio irraggiungibile, ma una realtà accessibile a tutti. Questo cambiamento normativo segna un progresso fondamentale nella lotta contro la discriminazione dei malati oncologici, dimostrando come le leggi possano evolversi per rispondere ai bisogni delle persone e garantire equità.