Stando a quanto afferma l’ABI nel suo bollettino mensile aggiornato a febbraio, i prestiti alle famiglie e alle imprese hanno registrato una crescita su base annua pari all’1 per cento. Un dato positivo, pur lieve, che emerge dalle stime che sono state realizzate sulla base dei dati promossi recentemente dalla Banca d’Italia, e relativi ai finanziamenti alle famiglie e alle imprese, conteggiati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari, poiché cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni.
Sempre sulla base degli ultimi dati in merito (aggiornati però a dicembre 2018), si conferma la crescita del mercato dei mutui casa, con l’ammontare totale dei finanziamenti casa in essere delle famiglie che ha registrato una variazione positiva di +2,5 punti percentuali su base annua.
I tassi
Per quanto concerne il costo del denaro, i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento hanno registrato una dinamica particolarmente attesa, con il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di case che è risultato essere pari a 1,92 per cento, contro l’1,89 per cento del mese di dicembre 2018, e contro il 5,72 per cento riscontrato alla fine del 2007.
Il tasso medio che è stato invece applicato sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato essere pari a 1,52 per cento contro l’1,46% del mese prima e contro il 5,48 per cento rilevato alla fine del 2007. Ancora, il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,59 per cento, contro il 2,55 per cento del mese precedente e contro il 6,18 per cento riscontrato prima dell’inizio della lunga crisi economica finanziaria, ovvero alla fine del 2007.
La qualità del credito
Per quanto concerne i principali dati valutativi sulla qualità del credito, le sofferenze nette (ovvero le sofferenze lorde calcolate al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a dicembre 2018 si sono attestate a 29,5 miliardi di euro, in fortissima diminuzione rispetto al valore di 38,3 miliardi di euro che era stato rilevato alla fine del mese precedente, e rispetto al dato di dicembre 2016, sul quale è stato rilevato un passo indietro di -57,3 miliardi di euro.
In due anni le sofferenze nette si sono quindi ridotte di circa il 66 per cento. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, che era stato raggiunto dal mercato bancario italiano nel mese di novembre 2015 (88,8 miliardi di euro), la riduzione è di oltre 59 miliardi di euro.
Infine, il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi totali si è attestato all’1,72 per cento alla fine del mese di dicembre 2018, contro il 4,89 per cento a fine 2016.
La raccolta
Passando poi ai dati della raccolta da clientela, il report dell’ABI sottolinea come in Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a gennaio 2019, di circa 35 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +2,4 per cento su base annuale), mentre si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, ovvero la raccolta effettuata tramite obbligazioni, per 29 miliardi di euro, in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -10,8 per cento in termini relativi).
Emerge così che la dinamica della raccolta complessiva (composta sia dai depositi da clientela residente che dalle obbligazioni) risulta in lieve crescita, con un passo in avanti di + 0,3 per cento nel mese di gennaio 2019.
Sempre in relazione alla raccolta, rileviamo come nel mese di gennaio 2019 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (ovvero, la somma di depositi, di obbligazioni e di pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) sia pari in Italia a 0,61 per cento, stabile rispetto al mese precedente, come effetto della media ponderata del tasso di interesse praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), pari a 0,36 per cento, stabile rispetto a dicembre 2018, del tasso di interesse sui pronti contro termine, che si colloca a 1,68 per cento, contro l’1,66 per cento di dicembre 2018, e infine del rendimento delle obbligazioni in essere, pari a 2,39 per cento, stabile rispetto al mese precedente.
Come ultimo dato di rilievo del report dell’Abi, riscontriamo infine che il margine (spread) fra il tasso di interesse medio applicato sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e alle società non finanziarie rimane nel nostro Paese su livelli particolarmente bassi, tanto che nel mese di gennaio 2019 risulta pari a 198 punti base (194 punti base il mese precedente), in decisa diminuzione rispetto agli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (il valore era infatti di 335 punti base alla fine 2007).