Secondo gli ultimi dati forniti dalla Banca d’Italia, da aprile 2017 si sarebbe verificato un calo significativo dei flussi lordi, sia su base annua (-15,9 per cento anno su anno ad aprile, - 9 per cento anno su anno a maggio e a giugno) sia su confronto con il primo trimestre del 2017 (- 16,6 per cento il flusso medio destagionalizzato rispetto al primo trimestre). Peraltro, la tendenza non è certo sorprendente: già nel mese di febbraio si era avuta una prima avvisaglia di quel che sarebbe avvenuto, con un passo indietro che, all’epoca, era stato contenuto in un – 1,6 per cento anno su anno.
Queste evidenze statistiche sui volumi di credito risultano essere ben coerenti con quanto emerso dalle rilevazioni CRIF, che per il secondo trimestre dell’anno avevano certificato un notevole calo delle interrogazioni del sistema informativo Eurisc, relative a richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie.
Per quanto concerne le motivazioni di un simile calo, è facile ricondurre le determinanti alla contrazione significativa delle rinegoziazioni, mentre i nuovi contratti a maggio e giugno hanno nel complesso tenuto, diversamente da aprile. Sulla base delle statistiche armonizzate di fonte BCE, emerge che nel mese di giugno i nuovi contratti si sono ridotti lievemente dopo un modesto aumento a maggio (-0,8 per cento anno su anno e +1,4 per cento nell’ordine). Di contro, le rinegoziazioni hanno subito un forte calo costantemente nel trimestre, del -28 per cento anno su anno in media. In termini di quota sul totale delle erogazioni, le rinegoziazioni sono scese significativamente rispetto al primo trimestre 2017 e alla media di tutto il 2016.
Con un rapido sguardo al resto del Continente, viene infine evidenziato come il confronto europeo stia confermando che nel nostro Paese l’importanza delle rinegoziazioni resta più contenuta della media dell’area euro. Tuttavia, è anche vero che anche nel complesso dell’eurozona comincia a emergere una frenata del settore, con il tasso di crescita in rallentamento fino al +6,8 per cento anno su anno di maggio e un primo calo a giugno del -17,2 per cento.
Sul tema della composizione dei flussi tra tasso variabile e tasso fisso, emerge come il calo del totale delle erogazioni di aprile – maggio sia determinato dal combinato disposto di una maggiore riduzione delle erogazioni a tasso variabile, e di un rallentamento della crescita di quelle a tasso fisso.
I tassi dei mutui per dicembre 2017 saranno del tutto diversi, e forse è il momento migliore per l'acquisto di un immobile.