Il mercato immobiliare italiano sta proseguendo nel segno della ripresa in questa seconda parte dell’anno, seppure con un certo rallentamento rispetto a quanto avvenuto nel corso dei mesi precedenti. A fronte di aumenti delle compravendite residenziali nei primi due trimestri del 2016 rispettivamente del 20,6 per cento e del 22,9 per cento, infatti, le previsioni degli esperti di Nomisma per fine anno si fermano solo al 12,3 per cento, appena sotto i 500 mila scambi.
Le attese per la seconda parte dell’anno sono quindi sempre positive ma lontane dai decisi incrementi dei mesi precedenti. Nell’attuale contesto va tuttavia distinto l’andamento delle grandi città che, seppur con differenze geografiche, si mantiene su un livello più elevato del dato nazionale, con scambi in crescita del 16,2 per cento. Tra le cause del rallentamento pesa la decisione di rinvio da parte dei potenziali acquirenti – intimoriti dall’ancora debole ripresa economica e dal rischio di instabilità politica – che si rispecchia nel rallentamento del mercato dei mutui. Emerge infatti una progressiva stabilizzazione della dinamica delle erogazioni di finanziamenti per l’acquisto di immobili dopo la crescita rilevante che ha caratterizzato l’ultimo biennio.
In maniera più dettagliata, a supportare le ambizioni di rilancio del mercato immobiliare domestico è soprattutto il ritorno d’interesse della domanda interna da parte delle famiglie italiane, che per tradizione storica destinano una parte rilevante del loro patrimonio ai beni immobiliari, rappresentati come perno fondamentale dei propri risparmi. I bassi tassi d’interesse stanno naturalmente favorendo l’ampliamento del bacino dei soggetti interessati all’acquisto di un nuovo immobile, in quanto il mutuo rimane una base imprescindibile per accedere alla proprietà, rappresentando gli acquisti in totale liquidità una quota minoritaria delle transazioni.
A dimostrazione di ciò, il fatto che le compravendite sostenute da finanziamento rappresentano il 59,8 per cento del totale rispetto al 44 per cento del 2014; un’ascesa continua che testimonia la dipendenza dai mutui della ripresa in atto e, con essa, l’esposizione del mercato immobiliare alle vicissitudini del sistema bancario italiano.