Il precariato e il livello basso degli stipendi italiani rende sempre più difficile per i giovani l’acquisto di una casa. Se è vero infatti che nel nostro Paese 3 famiglie su 4 sono proprietarie dell’abitazione in cui vivono va sottolineato che nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di nuclei familiari con esponenti adulti. Studiando più attentamente le cifre infatti emerge che gli under trenta con immobili di proprietà sono solo il 3,6% e in alcuni casi si tratta di beni ereditati. Due terzi degli immobili italiani appartengono a persone che hanno superato la soglia dei cinquanta anni. A confermare questa tendenza è l’indagine “Gli immobili in Italia”, svolta dall’Agenzia del Territorio e dal Dipartimento delle Finanze e giunta alla sua seconda edizione. I risultati sono stati ottenuti confrontando i dati al Catasto con quelli pervenuti nell’ultima dichiarazione dei redditi, corrispondente al periodo d’imposta del 2008. Insomma dalle statistiche emerge che per poter sostenere tali spese si necessita di almeno venti anni di lavoro alle spalle, a discapito delle giovani coppie spesso costrette ad andare in affitto o a richiedere un mutuo (possibilità ovviamente riservata solo ai giovani fortunati che possono vantare un contratto e un posto di lavoro stabili). Le cifre non sono contraddette, e anzi appaiono confermate con maggior vigore, se si includono nell’analisi le case di proprietà condivise: anche qui infatti i giovani proprietari hanno un ruolo marginale e la quota si abbassa addirittura al 2,8%. Appare logica conseguenza il fatto che il 35,4% del patrimonio immobiliare imponibile sia gestito da pensionati. Ci vorrebbero degli aiuti maggiori da parte dello stato, magari con mutui con tassi molto bassi o altre soluzioni per agevolare l'acquisto di una proprietà.