Nel 2018 i prezzi immobiliari sono destinati a rimanere sostanzialmente stabili, almeno secondo le previsioni dell’Istat, che indica una variazione annua prevista di -0,1%. Questo dato suggerisce un rallentamento del mercato residenziale, che risente ancora dell’elevato stock di immobili invenduti, un fattore che limita qualsiasi rialzo significativo nel breve termine. Il trend quindi resta moderato e le aspettative di crescita sono contenute, con prezzi che si muoveranno lentamente fino a quando la domanda e l’offerta non troveranno un maggiore equilibrio.
Prezzi immobiliari nel 2018: nessun rimbalzo significativo all’orizzonte
Le stime dell'Istat, illustrate da Federico Polidoro, dirigente del servizio sistema integrato sulle condizioni economiche e i prezzi al consumo, indicano che il 2018 sarà un anno di sostanziale stabilità. I prezzi delle abitazioni non sono destinati a vedere aumenti significativi, rimanendo in linea con il trend degli ultimi anni. Questa situazione di calma relativa si riflette nelle previsioni di un rallentamento nell’incremento dei prezzi medi delle abitazioni rispetto al passato.
Nel dettaglio:
- L’indice dei prezzi delle abitazioni potrebbe registrare un lieve calo annuo dello 0,1% nel 2018, una variazione quasi piatta, risultante da un leggero trascinamento negativo dell’ultimo quadrimestre del 2017.
- Nel 2017, infatti, il mercato ha visto un calo medio dello 0,4%: le abitazioni usate hanno registrato un decremento dello 0,5%, mentre le abitazioni nuove hanno leggermente guadagnato valore con un aumento dello 0,1%.
L'impatto del prezzo del petrolio e dell’inflazione sui prezzi immobiliari
Un elemento che potrebbe influenzare l'andamento dei prezzi immobiliari nel 2018 è il costo crescente dei beni energetici, in particolare del petrolio, che potrebbe spingere al rialzo l’inflazione. Polidoro sottolinea che una ripresa dei prezzi energetici, come già avviene per il petrolio, potrebbe provocare un’accelerazione dell'inflazione, fattore che influenzerebbe indirettamente anche il settore immobiliare. Con un’inflazione più alta, le aspettative di mercato potrebbero iniziare a cambiare, aumentando il costo della vita e l’onere di mantenimento per i proprietari di immobili.
Diverso comportamento tra abitazioni usate e nuove
Il mercato delle abitazioni mostra dinamiche differenti tra gli immobili nuovi e quelli usati:
- Abitazioni usate: hanno registrato una flessione dei prezzi, poiché lo stock invenduto rimane elevato e il valore di mercato continua a risentire della disponibilità di offerta superiore alla domanda.
- Abitazioni nuove: si evidenzia una leggera crescita dei prezzi, con un incremento dello 0,1% nel 2017, segno che il nuovo costruito ha una maggiore attrattiva e resilienza nel mercato, soprattutto nelle grandi città dove la domanda di abitazioni moderne e efficienti è più forte.
I prezzi immobiliari nelle grandi città: cosa aspettarsi
Il trend generale di stabilità si riflette anche nelle previsioni per le grandi città italiane, dove i prezzi degli immobili hanno un andamento misto. Nelle principali città come Milano e Roma, il mercato residenziale si sta dimostrando relativamente stabile, ma con una domanda crescente di abitazioni nuove e in zone ben collegate, che potrebbe mantenere il valore degli immobili leggermente più alto rispetto alla media nazionale. Questo fa sì che nelle città più attrattive il calo dei prezzi immobiliari sia meno pronunciato, e in alcune aree si possa registrare addirittura una lieve crescita.
Previsioni a breve e medio termine: ritorno alla crescita?
A fronte di una domanda ancora incerta e di una ripresa economica graduale, gli analisti non prevedono rimbalzi significativi nei prezzi delle abitazioni almeno per il 2018. La crescita sarà probabilmente contenuta anche nel medio termine, a meno che il mercato non trovi un sostanziale miglioramento nella fiducia dei consumatori o un aumento consistente della domanda immobiliare. Tuttavia, con l’eventuale aumento dell’inflazione, potrebbe verificarsi un rialzo dei tassi d’interesse, il che renderebbe i mutui più onerosi per i nuovi acquirenti, contribuendo così a frenare ulteriormente la domanda e la dinamica dei prezzi immobiliari.