I prezzi delle case in calo: 20 in sei anni a causa della crisi economica

Negli ultimi sei anni, i prezzi degli immobili in Italia hanno subito una flessione significativa, perdendo oltre il 19% del loro valore medio. Questo calo riflette l’incertezza economica e le difficoltà che il mercato immobiliare italiano ha affrontato durante questo periodo di crisi, creando non poche difficoltà per chi ha acquistato casa in questo frangente. Infatti, sebbene sia difficile fare una stima precisa e omogenea del fenomeno, è evidente che il valore di molte abitazioni è sceso sensibilmente, e per recuperare tale perdita potrebbe servire molto più di un semplice periodo di sei anni.

In termini di andamento più recente, i dati mostrano un calo del 3,3% dei prezzi nel corso dei primi nove mesi dell’anno, con un quadro particolarmente negativo nelle zone del Centro Italia, dove il decremento è arrivato fino al 5,9%. Se si guarda alle altre macroaree, il Nord ha registrato una flessione meno marcata, pari al 2,5%, mentre il Sud ha visto una contrazione media del 2,9%. Questi dati indicano chiaramente come il mercato immobiliare stia attraversando una fase di rallentamento in tutto il Paese, con punte di perdita più consistenti nelle aree centrali.

Anche se i prezzi non sono aumentati, si osserva un altro fenomeno interessante: l’importo medio richiesto dagli italiani che desiderano acquistare una casa con un mutuo è aumentato. Infatti, nel quarto trimestre dell’anno, la cifra media richiesta è salita a 124.851 euro, un incremento rispetto ai 119.500 euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante questo aumento nelle richieste, le erogazioni medie sono rimaste stabili, con una lieve crescita da 111.000 a 114.000 euro. Questo fa ipotizzare che il loan-to-value, ossia la percentuale del valore della casa che viene finanziata, sia aumentato, permettendo agli acquirenti di ottenere prestiti più elevati rispetto al passato.

Per quanto riguarda i tassi di interesse sui mutui, l’orientamento generale vede una preferenza per i tassi fissi, specialmente per le durate più lunghe. Il 56% delle nuove erogazioni si è infatti orientato verso il tasso fisso, e questo dato sale addirittura al 61% per i mutui a lunga scadenza. Nonostante la persistente incertezza economica, questo sembra essere il trend dominante, anche se, con l'aumento delle aspettative sui tassi d'interesse per il futuro, ci si potrebbe aspettare una revisione di questa preferenza.