Previsioni mercato alberghiero 2021 in Italia

Il mercato alberghiero in Italia? Il 2020 è stato particolarmente complicato, ma il 2021 potrebbe portare in dote qualche gradita evoluzione. A parlare di ciò è stato, nelle ultime settimane, Stefano Terlizzi, CEO e Founder di Stay Investments, che ha condiviso alcune interessanti elaborazioni sullo stato di salute dell’alberghiero italiano, su ciò che è accaduto in epoca pandemica, e su ciò che potrebbe accadere nei prossimi mesi.

Cerchiamo di riassumere quelle che sono le principali valutazioni effettuate dall’esperto, nelle prossime righe.

Un significato divario di prezzi

Il primo elemento caratterizzante il mercato alberghiero nel 2020 è legato al divario dei prezzi, con un gap tra domanda e offerta che si è ampliato ulteriormente. Proprio la permanenza di questo differenziale, unitamente all’incertezza determinata dall’avvento della crisi pandemica, ha favorito una immediata contrazione delle operazioni, che si è acuita man mano che dalla primavera 2020 si è passati al successivo autunno, quando il mercato è rimasto in balìa di quanto avveniva sul fronte della crisi sanitaria.

Dunque, vi sono pochi dubbi sul fatto che a pesare sul settore sia stato principalmente proprio il peso della pandemia in atto, sebbene non siano certamente carenti i primi segnali di risveglio, particolarmente apprezzabili.

I prezzi sono alti o sono bassi?

Ciò premesso, l’analista sostiene come nel corso della seconda parte del 2020 gli investitori, soprattutto quelli internazionali, abbiano comunque dimostrato di essere piuttosto interessati a ciò che avviene nel mercato alberghiero italiano, tanto da ricordare che durante il 2020 alcune operazioni si sarebbero effettivamente potute chiudere se il differenziale dei prezzi, commentato nel precedente paragrafo, non fosse rimasto così rigidamente ampio

In questo contesto, ci vorrà un po' di tempo in più perché ci si accorga, da entrambe le parti, che il mercato è fortemente cambiato rispetto agli scorsi anni, e che oggi non ci sono più intere file di acquirenti che sono pronti a investire avendo davanti a sé un rendimento poco competitivo, ma solo per l’ottimismo che potrebbe derivare, o solo per poter aggiungere un tassello pregiato alla propria collezione di strutture alberghiere.

La domanda alberghiera

Quanto sopra non deve far dimenticare che la domanda alberghiera continua comunque ad esistere, e sia da parte degli investitori istituzionali, sia da parte degli investitori privati. Dinanzi a ciò, si noti come anche l’offerta sembra essere in forte sviluppo, e come questo potrebbe condizionare favorevolmente il investimenti immobiliari alberghieri ci sono sicuramente quelle legate alle principali regioni costiere, come la Sicilia e la Liguria, la Sardegna e la Puglia. In alta quota, molto gettonate sono invece le destinazioni dolomitiche.

Dove investire nel mercato alberghiero

Di qui, la riflessione conseguente. Ovvero, dove conviene investire nel mercato alberghiero italiano? Ci sono delle località su cui converrebbe puntare maggiormente l’attenzione, anche al fine di cavalcare la presumibile ripresa che nei prossimi mesi dovrebbe verificarsi in questo scenario?

L’esperto di Stay Investment ricorda nella sua intervista come gli investitori si siano prevalentemente concentrati, negli scorsi anni, sulle principali città italiane, ovvero quelle realtà che sono in grado di attirare, con minori effetti stagionali, buona parte degli afflussi di visitatori internazionali. E così, da Milano a Roma, da Venezia a Firenze, sono state queste le principali località che hanno avuto modo di attirare gli investimenti maggiori. 

Tuttavia, è evidente che le cose stiano cambiando, e stiano cambiando anche in modo rapido e radicale. Gli investitori cercano infatti oggi di diversificare maggiormente il proprio portafoglio, andando a riservare degli impieghi verso destinazioni e strutture che nel passato non erano magari state prese in considerazione, e che invece oggi possono ben riservare le migliori soddisfazioni.

Già nel corso dell’ultima estate, per esempio, si è rilevato un notevole incremento nei confronti delle più note località di vacanze al mare o ad alta quota, che erano stati presi d’assalto dai turisti italiani e internazionali, desiderosi altresì di ritagliarsi una parte di serenità dopo aver attraverso mesi di restrizioni a causa della crisi pandemica.

In questo contesto, prosegue ancora l’esperto, tra le località più interessanti su cui effettuare degli investimenti immobiliari alberghieri ci sono sicuramente quelle legate alle principali regioni costiere, come la Sicilia e la Liguria, la Sardegna e la Puglia. In alta quota, molto gettonate sono invece le destinazioni dolomitiche.

Conclusioni

Concludendo la sua lunga intervista, l’analista sottolinea poi come i valori degli alberghi attualmente posti in vendita dovrebbero calare ancora nel corso dei prossimi mesi, per poi subire una fase di assestamento.

Stay Investment ha dunque presentato ai propri investitori tre differenti scenari futuri, con un una stima di ritorno della domanda di accomodation ai livelli precedenti a quelli della crisi pandemica nel 2022, nel 2023 e nel 2024. Ebbene, dal sondaggio è emerso come la totalità dei clienti ritenga che il ritorno ai livelli precedenti al Covid si verificherà nel corso del 2023.

Ma cosa significa tutto ciò? Molto semplicemente, che acquistare un albergo nel corso del 2021 potrebbe essere una scelta molto conveniente sia per chi vuole conservare questo asset nel lungo termine, sia per chi invece ha intenzione di monetizzar questo investimento nel medio termine, rivendendo magari la struttura entro i prossimi 4-5 anni.