Una lettera di Federarchitetti, il sindacato nazionale degli architetti liberi professionisti, è stata inviata ai ministri dello Sviluppo economico e dell'Economia e Finanze, e al governatore della Banca d'Italia. Quest’ultima, osserva che “Per gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti il costo del POS, attendibilmente stimato tra i 250 e i 350 €uro l’anno, oltre le commissioni sul transato (2% circa), andrebbe ad aggiungersi ai recenti nuovi costi (contributi minimi Inarcassa, Assicurazione obbligatoria, formazione continua) e renderebbe sempre più difficile la sostenibilità della professione”.
Di cosa stiamo parlando? E’ il decreto Cresci-Italia 2.0 (commi 4 e 5 dell'art. 15 del DL n. 179/2012, convertito nella legge n. 221/2012). Infatti, 1° gennaio 2014 quest’ultimo prevede l'obbligo di accettare anche quei pagamenti effettuati attraverso carte di debito, per i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali. Tale obbligo necessita di alcuni decreti attuativi che riguarderanno l’estensione a pagamenti elettronici, mobile compreso. I decreti attuativi non sono stai ancora emanati.
La norma è nata per combattere l’evasione fiscale, sulla base dell’idea che un minore utilizzo di contanti e pagamenti tracciabili, comportino l’obbligo di dotarsi, da questa data in poi del Pos, ovvero il Point of Sale, per permettere ai propri clienti di pagare le parcelle utilizzando il bancomat, cioè la carta di debito. Durante la scorsa settimana, anche il Consiglio nazionale degli architetti e il Consiglio nazionale degli ingegneri hanno assunto una posizione contro gli oneri del Post, premendo per l’esclusione di architetti ed ingegneri da questo obbligo.
Forse si può trovare un altra soluzione che risolva il problema dei costi e della tracciabilità