Nel corso dell’anno il mercato immobiliare ha manifestato alcuni interessanti segnali di ripresa che, pur deboli, non sono più limitati al solo settore residenziale. Il lieve dinamismo dell’immobiliare tricolore si sta infatti lentamente propagando anche agli immobili per le attività economiche, anch’esse in grado di alimentare un incrementato livello di compravendite.
Per il secondo anno consecutivo, infatti, le transazioni si stanno confermando in territorio positivo, con le compravendite di abitazioni in grado di crescere maggiormente rispetto a quelle relative alle attività economiche: le compravendite di case sono infatti cresciute del 20,6 per cento nel primo trimestre 2016, del 6,5 per cento nel 2015, del 3,6 per cento nel 2014.
Si noti altresì come nel corso del primo trimestre 2016 il tasso di variazione tendenziale delle unità immobiliari compravendute sia cresciuto in maniera generalizzata in tutti i comparti del 17,3 per cento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Alla variazione positiva a doppia cifra hanno contribuito sia i settori residenziali ( 20,6 per cento) che commerciali ( 14,5 per cento) mentre continua a prestare il fianco a evoluzioni negative il terziario (- 1,9 per cento nel corso del 2015, 1,3 per cento nell’inizio del nuovo anno).
Complessivamente, pertanto, il quadro sembra rimanere positivo. Tuttavia, a penalizzare il futuro dell’immobiliare potrebbe essere il progressivo indebolimento delle prospettive di crescita economica e l’innesto di nuove fasi di instabilità, che non permettono di imprimere al settore l’accelerazione desiderata. In particolare, secondo quanto affermano le ultime rilevazioni statistiche compiute da Nomisma, le compravendite residenziali nel 2016 dovrebbero attestarsi intorno alle 475 mila unità, in incremento del 7,6 per cento su base annua, mentre la soglia delle 500 mila unità dovrebbe essere superata solamente nel corso del successivo 2017.
Infine, per quanto riguarda i prezzi, nel 2016 i valori dovrebbero proseguire nella loro fase di assestamento, con una contrazione di 1,4 punti percentuali per il residenziale e del 2 per cento per gli uffici, e dell’1,6 per cento per i negozi, in linea con l’ultimo dato tendenziale che è stato pubblicato dall’Istat. la fase di adeguamento delle quotazioni alla crescita degli acquisti, che in passato si riscontrava in pochi anni, sembra ancora rimandata. I rialzi dei prezzi, pur modesti, sono previsti solamente a partire dal 2018, con la sola eccezione di alcune città italiane.