Nel corso dei primi 9 mesi del 2016, il mercato corporate europeo ha registrato investimenti pari a circa 166 miliardi di euro, segnando una diminuzione del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un calo che ha continuato a evidenziarsi anche nel terzo trimestre, con transazioni per 55 miliardi di euro, un ribasso del 18% rispetto all'anno precedente. Questo decremento ha suscitato preoccupazioni riguardo alla stabilità del mercato e ai futuri sviluppi delle dinamiche economiche in Europa.
Una delle principali cause di questo calo degli investimenti corporate è la significativa contrazione del mercato inglese, a seguito degli eventi legati alla Brexit. L’uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea ha avuto un impatto diretto sul mercato corporate, che ha subito un notevole rallentamento. La Brexit ha infatti sollevato preoccupazioni riguardo alle ripercussioni economiche future, influenzando le decisioni degli investitori e portando ad una maggiore cautela negli acquisti e nelle transazioni. Londra, da sempre uno dei principali centri finanziari mondiali, ha subito un forte contraccolpo, determinando una riduzione delle operazioni di investimento, soprattutto da parte dei fondi di equity, sia privati che pubblici.
In contrasto con il mercato inglese, il mercato tedesco ha mostrato una performance decisamente migliore, beneficiando in parte del rallentamento della Gran Bretagna. L’economia tedesca, considerata una delle più solide in Europa, ha attratto una quota crescente degli investimenti corporate, grazie alla sua stabilità e alla capacità di mantenere tassi di interesse relativamente bassi, anche in un contesto di volatilità economica globale.
Un altro fattore che ha influito sugli investimenti corporate in Europa è stato il legame con l’economia anglosassone e la fluttuazione del tasso di cambio della sterlina. L'incertezza derivante dalla Brexit ha causato una certa instabilità nel valore della moneta britannica, influenzando indirettamente i flussi di capitali. Le oscillazioni del tasso di cambio hanno avuto un impatto significativo sul mercato immobiliare internazionale, con gli investitori che hanno dovuto fare i conti con l'instabilità finanziaria e le sue conseguenze sui tassi di cambio.
Nonostante la contrazione degli investimenti corporate, i mercati immobiliari di altri Paesi europei hanno registrato un andamento generalmente positivo, con performance superiori rispetto ai trend economici sottostanti. La liquidità elevata e le previsioni di un modesto incremento dei tassi d’interesse hanno supportato una continua affluenza di capitali verso il settore immobiliare. Tuttavia, questo aumento dei capitali investiti è stato più legato all'incremento delle transazioni immobiliari piuttosto che all’aumento dei valori immobiliari, che sono rimasti stabili o addirittura in calo, ad eccezione di alcune località di prestigio.
Infine, Nomisma evidenzia come il mercato immobiliare stia cambiando. Negli ultimi anni, si sta osservando un crescente interesse per segmenti innovativi, come gli alloggi per studenti e gli immobili destinati all’assistenza sanitaria. Inoltre, i mercati dell’Est Europa, che fino a poco tempo fa erano considerati poco appetibili per gli investimenti, stanno attirando una maggiore attenzione. Questo trend di diversificazione verso nuovi mercati e segmenti evidenzia la volontà degli investitori di ridurre i rischi concentrandosi su aree e settori in espansione, che offrono opportunità di crescita non ancora completamente sfruttate.