Nomisma ha stimato per il 2016 un anno sicuramente positivo per il mercato immobiliare italiano, anche se l'acquisto di un immobile continua ad essere un’utopia per tantissimi italiani, soprattutto giovani. Dunque, un miglioramento concreto e sostanzioso, ma comunque non quanto auspicabile per poter cancellare le difficoltà che sono evidenti all’interno del comparto tricolore.
Una buona crescita in doppia cifra
Ad ogni modo, considerando il trend che è stato registrato dalla società fin dall'inizio dell'anno, Nomisma ritiene che per quest'anno le compravendite di immobili in Italia possano crescere del 12,3 per cento, per una stabile doppia cifra che dovrebbe pertanto permettere al mercato immobiliare italiano di recuperare una parte di quanto perso durante la crisi economica. D’altro canto, i dati che sono stati ricondotti nell'Osservatorio immobiliare sulle grandi città, certificano però la presenza di evidenti difficoltà e incertezze economiche da parte degli italiani: le quali, ben inteso, non sembrano tuttavia aver ridotto l'interesse nei confronti di quello che è considerato come un investimento prioritario per i nuclei familiari della Penisola, l'acquisto di una casa.
A dimostrazione di quanto sopra, si tenga conto come alla crescita delle compravendite immobiliari non hanno praticamente contribuito (o, meglio, lo hanno fatto in misura poco rilevante) gli under 35. Secondo quanto affermava l’Istat pochi mesi fa, sono circa sette milioni i giovani tra i 18 e i 34 anni (pari al 62,5 per cento della popolazione di riferimento) che vive ancora con i propri genitori o perché impegnato in un percorso di studio (nel 35,5 per cento dei casi) o perché disoccupato (il 29,7 per cento).
Secondo un altro studio condotto da Censis-Nomisma, invece, tra gli under 35 italiani che riescono a lasciare la casa dei propri genitori, il 65,3 per cento è proprietario dell'abitazione in cui vive (rispetto dell'82 per cento rilevato tra la popolazione complessiva) mentre il 34,7 per cento è in affitto, con una percentuale che è quasi doppia rispetto a quella che è stata rilevata tra la generalità della popolazione, pari al 18 per cento.
Ad ogni modo, non mancano le buone notizie, soprattutto in ottica prospettica: cresce infatti la quota delle famiglie italiane che dichiara di aver intenzione di acquistare un'abitazione nel 2016 per poi destinarla ad un figlio: dalle intenzioni alla reale scelta di effettuare l’operazione immobiliare c’è grande differenza, ma lo spunto sembra essere quello giusto.