La bolla immobiliare è nata negli Usa come fenomeno speculativo ed è giunta da noi nel 2007, grazie ai mutui facili, i quali hanno contribuito a creare la situazione che stiamo vivendo in questo periodo.
Il direttore del Censis, G. Roma, aveva quantificato tra il 20 e il 50% l’abbassamento dei prezzi delle case. L’introduzione dell’Imu è stata poi un’ulteriore causa del crollo dei prezzi delle case, la crisi non ha fatto che aumentare, peggiorando il quadro economico del nostro paese.
I numeri delle case invendute crescono quotidianamente, si parla di 600.000 abitazioni. Tali numeri mettono in grave difficoltà il settore edile. Se le banche iniziano a non concedere più mutui, le prospettive di vendita delle abitazioni saranno sempre più rare e ciò potrebbe portare ad un abbassamento maggiore dei prezzi delle abitazioni. Qual è il rischio della bolla immobiliare? Essa potrebbe portare ad una ulteriore penalizzazione delle banche, giacché le iscrizioni ipotecarie perderebbero parte del valore.
Sebbene il nostro paese stia passando un momento delicato, sembrerebbe che tali rischi siano abbastanza lontani: il mercato immobiliare, infatti, non ha avuto un crollo paragonabile a quello degli altri paesi, come ad esempio Spagna e Usa. Le quotazioni in media, in Italia, sono scese del 10%, mentre le compravendite del 20%. I dati sono in linea con i paesi europei.
Il timore però è rappresentato dal fatto che tra fine 2013 ed inizio 2014 potrebbe esserci un’inversione di tendenza. Le banche potrebbero incontrare difficoltà non già a livello di prezzi, bensì a livello di crisi delle imprese edilizie, un settore del mercato molto sofferente. Solamente una buona ripresa del mercato immobiliare potrà risollevare le sorti delle banche e delle imprese edilizie.
Nel mercato immobiliare ci lavorano centinaia di migliaia di persone, si spera che nei prossimi mesi la situazione migliori.