Quando uno dei due coniugi muore sono tanti gli interrogativi che sorgono in merito all’eredità, alla successione e ai diritti dei familiari. In questo articolo faremo luce sui diritti del coniuge del defunto sull’abitazione principale, quello che in termini giuridici è chiamato diritto di abitazione del coniuge superstite.
Il diritto di abitazione del coniuge superstite è una questione di grande interesse nel settore del diritto successorio e comporta ulteriori quesiti tra cui, a chi spetta pagare i tributi locali come l'IMU o in quali casi si perde tale diritto. In questo articolo, esploreremo in dettaglio questo argomento e risponderemo alle domande più frequenti.
Cos'è il Diritto di Abitazione del Coniuge Superstite
Il diritto di abitazione del coniuge superstite è riconosciuto dall'articolo 540 comma 2 del Codice Civile. Questo diritto consente al coniuge superstite di continuare a vivere nella casa che era adibita a residenza familiare durante il matrimonio, a prescindere dalla presenza di altri eredi. In sintesi, oltre alla quota di legittima, al coniuge superstite gli sarà riconosciuto il diritto di abitazione nella casa riconosciuta come residenza familiare. Oltre all’immobile, tale diritto si estende anche sui mobili presenti all’interno dell’abitazione, a patto che siano di proprietà del coniuge defunto o di proprietà comune dei due coniugi.
La Natura Giuridica del Diritto di Abitazione
Il diritto di abitazione è un diritto reale di godimento che può essere acquisito immediatamente all'apertura della successione, a prescindere dall'accettazione dell'eredità. Tale diritto è riconosciuto dall’articolo 540 comma 2 del Codice Civile, il quale afferma:
“Al coniuge, anche quando concorra con altri chiamati, sono riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni. Tali diritti gravano sulla porzione disponibile e, qualora questa non sia sufficiente, per il rimanente sulla quota di riserva del coniuge ed eventualmente sulla quota riservata ai figli”.
In analisi a quanto stabilito dall’articolo del Cod. Civile bisogna chiarire due concetti fondamentali per la sussistenza del diritto:
- Abitazione adibita a residenza familiare di proprietà del defunto coniuge o di comproprietà: tale concetto è specificato nell’art. 144 del Codice Civile che riconosce come abitazione adibita a residenza immobiliare l’immobile dove i coniugi hanno fissato la residenza e hanno formato il loro nucleo familiare.
- la sussistenza del vincolo matrimoniale al momento del decesso.
Diritto di abitazione in caso di unione civile
Il diritto di abitazione è valido anche in caso di unione civile? L’unione civile, per molti aspetti, possiede uno status giuridico analogo a quello conferito dal matrimonio. Nel caso in cui la persona deceduta abbia contratto un’unione civile (Legge Cirinnà 76/2016) al partner superstite verrà riconosciuto il diritto di abitazione presso la residenza familiare.
Diritto di abitazione in caso di unione di fatto
I conviventi di fatto sono due persone maggiorenni e stabilmente conviventi unite da legami affettivi di coppia; a differenza del matrimonio e dell’unione civile, che sono entrambi atti registrati allo stato civile, la coppia di fatto risulta esclusivamente nello stato di famiglia anagrafico. Per tale motivo il convivente superstite ha diritto ad abitare nella casa in comune per minimo 2 anni o per un periodo pari alla convivenza nel caso in cui la durata della convivenza fosse superiore a 2 anni ma comunque non oltre i 5 anni.
La Durata del Diritto di Abitazione
Il diritto di abitazione del coniuge superstite è un diritto vitalizio che cessa con la morte del beneficiario; anche nel caso in cui il coniuge superstite decide di risposarsi con un'altra persona non perde i benefici di tale diritto.
Limiti del Diritto di Abitazione
Il diritto di abitazione può non essere riconosciuto in alcune circostanze, come quando il coniuge ha interrotto volontariamente la convivenza o ha stabilito la sua residenza in un altro luogo. Inoltre, il diritto di abitazione non può essere esteso ad altri immobili (seconde case) o trasferito a terzi.
Il coniuge superstite dovrà pagare l’imu?
In presenza di un diritto di abitazione, l'IMU deve essere pagata dal coniuge superstite, che è considerato il soggetto passivo d'imposta. Tuttavia, se l'immobile è la prima casa e non rientra nelle categorie catastali A1, A8 e A9 , quest'ultimo può beneficiare dell'esenzione IMU.
Diritti di Abitazione con terzo proprietario
Il diritto di abitazione spetta al coniuge superstite solo se la casa familiare era di proprietà del defunto o era posseduta in comunità dai coniugi. Non è invece riconosciuto nel caso in cui l'immobile fosse di proprietà di un terzo o fosse posseduto in comunione con un terzo estraneo. Questo dettaglio è stato stabilito dalla Cassazione civile sez. II – 28/05/2021, n. 15000.
Il Diritto di Abitazione nella Successione
Nel caso di una successione, il diritto di abitazione del coniuge superstite deve essere indicato nella dichiarazione di successione. Questo diritto si aggiunge alla quota di riserva del coniuge e può gravare sulla quota di riserva degli altri eredi.
La Cedibilità del Diritto di Abitazione
Il coniuge superstite può disporre del suo diritto di abitazione solo con il consenso degli eredi nudi proprietari. Questo significa che, in caso di vendita dell'immobile, sarà necessario ottenere il consenso sia del coniuge superstite che degli altri eredi.
Per questo e altri motivi, il diritto di abitazione può dare luogo a questioni complesse che richiedono una consulenza legale. È quindi consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto ereditario e immobiliare per affrontare tutte le questioni relative a questo diritto.