Coronavirus, dall'inizio dell'emergenza annullati 20mila atti

Come era ampiamente lecito attendersi, l’impatto del coronavirus sul mercato immobiliare è stato duro, durissimo. E anche se è purtroppo prematuro effettuare qualsiasi tipo di bilancio in merito, è evidente che i primi dati che sono usciti sull’impatto del lockdown sono molto significativi, e dimostrano quanto la necessaria “chiusura” del Paese sia stata di rilievo per il settore delle vendite delle case, con il comparto delle agenzie immobiliari che dimostra di vivere il presente in una condizione di grande sofferenza, e vedere il futuro ricco di incertezze.

Stando a quanto afferma all'Adnkronos la Anama, l’associazione di categoria della Confesercenti, per esempio, fino ad oggi si può stimare come nelle sole prime tre settimane di isolamento sociale siano stati sospesi e in parte annullati oltre 20.000 atti di compravendita di immobili. Una mole molto rilevante di transazioni che in parte verrà presumibilmente ripresa nei prossimi mesi, a emergenza finita, ma in che parte potrebbe essere stata sostanzialmente cancellata, in attesa di tempi migliori.

Non solo. Il dato ancora più preoccupante, registrato dalle migliaia di agenti immobiliari, è la difficoltà di poter portare avanti il proprio lavoro in smart working, con ripercussioni che influiranno su una ripresa del mercato alla fine di questa emergenza sanitaria. È abbastanza intuibile, infatti, come non tutti gli agenti siano in grado di condurre la propria attività seconde le modalità che le autorità hanno invitato a seguire, con ciò che ne conseguenze dal rischio di essere definitivamente tagliati fuori dal mercato.

"Abbiamo scritto al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli chiedendo interventi urgenti per mitigare gli effetti della crisi sull’intermediazione immobiliare, che auspichiamo possano trovare spazio già nel decreto di Aprile – ha dichiarato ancora all'Adnkronos il presidente di Anama Renato Maffey - a partire dalla possibilità di registrare online i contratti di compravendita e le proposte d’acquisto accettate, cosa che per i contratti di locazione è già possibile farlo".

“La registrazione online dovrebbe essere estesa anche ai contratti preliminari di vendita, - ha dunque precisato Maffey - alle integrazioni di contratti preliminari di vendita (seconda rata di caparra/acconto), alle risoluzioni del contratto preliminare di vendita e alle riduzioni di canone di contratti di locazione (…) La categoria degli agenti immobiliari deve poter continuare ad operare, così come attualmente avviene per banche, notai e mediatori creditizi, per portare a conclusione quelle attività relative alle pratiche già in essere con proposte, accettazioni, preliminari e atti da sottoscrivere, il tutto nel pieno rispetto delle disposizioni governative sanitarie".

Insomma, una situazione evidentemente molto complicata per tutto il comparto immobiliare che, pure, pochi giorni fa aveva pur sempre guardato con discreta soddisfazione gli ultimi dati OMI relativi al 2019, con un quarto trimestre che si era concluso con un segno positivo, pur in rallentamento rispetto ai periodi precedenti.

A penalizzare il dato in rallentamento era tuttavia stata la brutta prestazione del trimestre 2019 le transazioni sono diminuite dell’8% rispetto allo stesso periodo precedente.

Detto ciò, l’impressione è evidentemente che il dato del quarto trimestre 2019 sia l’ultimo di una lunga serie positiva iniziata alla fine del 2014, e che i primi report OMI del 2020 siano destinati a inglobare i durissimi effetti della pandemia. Vedremo dunque quali saranno le prime statistiche ufficiali fornite dall’Osservatorio del mercato immobiliare per il nuovo anno.