Condannati i tecnici della Casa dello Studente Aquilana
La sentenza di primo grado per il crollo della Casa dello Studente de L'Aquila, pronunciata il16 Febbraio, ha confermato come la violenza del sisma non sia stata l'unica causa del disastro avvenuto nell'aprile di quattro anni fa. Anzi, nella sentenza in esame si parla di progettazione e costruzione carente, nonché un'opera di ristrutturazione assolutamente inadeguata.
Le condanne dei giudici vanno dai quattro anni ai due anni e mezzo: quattro anni di reclusione per i tecnici autori dei lavori di restauro del 2000, che, secondo l’accusa, avrebbero, invece di rinforzare la struttura, indebolito maggiormente indebolito il palazzo, il quale già aveva dei vizi costruttivi nel momento in cui venne edificato negli anni ’60; due anni e mezzo inflitti al tecnico dell’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adisu). Sono, invece, stati assolti i tecnici che si sono occupati di interventi minori: Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani.
Sono state, inoltre, irrogate sanzioni interdittive dall’esercizio dei pubblici uffici per 5 anni, ai quattro condannati. Nonché i giudici hanno deciso per il pagamento delle provvisionali di risarcimento del danno, immediatamente esecutive, nei confronti dei parenti delle giovani vittime.
La sentenza, secondo il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, si rivela quale esempio per il futuro e la prima di uno sciame che seguirà quale condanna per gli altri crolli ingiustificati. La decisione in esame ha grande valore, in quanto pone l’attenzione su un tema molto caldo per il nostro paese, ovvero quanto gli interventi sbagliati di costruzione o ristrutturazioni, come in questo caso, possano creare stragi, come successo all'Aquila, in occasione del sisma, in tanti edifici in cemento armato e come successo per altri crolli in Italia.
Quando si costruiscono gli edifici molto spesso vengono utilizzati materiali inadeguati e metodi sbagliati, il caso dell'Aquila lo dimostra.