Alcuni recenti studi economici sembrano evidenziare un notevole aumento dei prezzi degli immobili in vendita e in affitto a seguito dell’abolizione della tassa di successione. Pur non individuando nella modifica a fini fiscali di cui sopra l’unica causa scatenante dell’aumento dei costi si evidenzierebbe un legame di causa effetto lapalissiano. Altri fattori da tenere in considerazione sono senza dubbio lo scudo fiscale, il crollo delle borse, l’andamento dei tassi d’interesse etc. Si evidenzia inoltre una profonda disparità a livello regionale: da questa prospettiva il primato spetta a Bologna, che ha registrato un aumento allarmante negli ultimi 5 anni di quasi il 15% del valore immobiliare. E’ innegabile, seguendo un andamento dei prezzi delle case nel tempo, che la prima tendenza ad un aumento sia stata registrata dal 2001, anno in cui è stata abolita la tassa di successione. Questo, aldilà di ogni possibile considerazione soggettiva dal punto di vista politico, è un dato di fatto: che si parli di conseguenza diretta o piuttosto di semplice conseguenza il dato in sé non è opinabile. E’ vero altresì che la stessa tendenza nel settore immobiliare si è registrata in molti altri Paesi a livello globale ma ogni situazione è a sé e spesso non paragonabile: in molti Paesi , ad esempio USA, vanno tenuti in considerazione gli effetti tipici della “bolla immobiliare”. In particolare per quanto riguarda gli affitti si temono in Italia delle situazioni di profondo disagio sociale dei ceti più in difficoltà dal punto di vista economico. Se anche voi abitate in una casa in affitto vi sarete sicuramente fatti un idea su come sono cambiati i prezzi con il passare degli anni.